«Michele Laforgia è a tutti gli effetti un pezzo del centrosinistra di cui Michele Emiliano è padre nobile. L’avvocato candidato sindaco di Bari? Perché no». Parla da pacificatore Michele Boccardi, ex parlamentare e oggi leader di Con, il movimento civico più vicino al presidente della Puglia. E lo fa dopo l’abbraccio tra Laforgia ed Emiliano che, in occasione dei dieci anni dello studio legale Polis, ha sancito la fine delle ostilità nel centrosinistra barese: un gesto di distensione di cui proprio Boccardi è stato artefice.
Senatore, l’abbraccio tra Emiliano e Laforgia è un’investitura in vista del voto?
«È il segno della pace ritrovata all’interno di un gruppo che ha sempre lavorato con affiatamento e che non poteva vivere ancora certi dissidi interni. E di questo gruppo – di questa famiglia, oserei dire – Michele Emiliano è padre nobile, cioè colui che mette insieme tutte le forze e poi fa sintesi con un solo obiettivo: individuare il candidato che non solo dia continuità a un progetto politico-amministrativo che va avanti con successo ormai da vent’anni, ma che garantisca a Bari il ruolo di capitale del Sud e del Mediterraneo».
Ma se Emiliano è il padre, Laforgia può diventare il figlio come lo è stato Antonio Decaro?
«Laforgia è uno dei figli tra i quali Emiliano può scegliere per individuare non il più bravo, ma quello più adatto agli scopi che ho elencato. Certo è che Laforgia non è più un nemico, ma un pezzo della coalizione a a tutti gli effetti e dunque anche il possibile candidato sindaco del centrosinistra».
Però Laforgia è notoriamente contrario alle primarie, mentre Emiliano e la galassia dei civici che orbitano intorno a lui sono favorevoli: come si scioglie il nodo?
«Le primarie sono uno strumento democratico per consacrare un candidato, ma non sono un totem. Della coalizione fanno parte anche Laforgia, Movimento Cinque Stelle e Sinistra italiana che nutrono perplessità sulle primarie e che comunque meritano di essere ascoltati. Sciogliere questo nodo non spetta a me, ma al tavolo della coalizione».
In quali tempi?
«Per me i tempi devono essere molto stretti. Per l’inizio del nuovo anno Pd, Con e tutte le altre forze della coalizione dovranno scegliere lo strumento per individuare il candidato e il candidato stesso. Le primarie sono un’ipotesi. Se però si riuscisse a trovare un nome unitario, andrebbe ugualmente bene».
Non è singolare che a riportare la pace all’interno del centrosinistra barese sia un ex esponente del centrodestra come lei?
«Sono sempre stato un uomo del fare, concreto e portato alla mediazione. Un uomo di pace, ecco, perché solo con la pace si raggiungono certi risultati. Ho portato il mio metodo nel centrosinistra, ma non mi intesto alcuna vittoria personale. Ciò che conta è l’unità della coalizione».