Tra poco più di un mese scadrà il termine per presentare liste e apparentamenti in vista delle comunali dell’8 e 9 giugno. Eppure il centrodestra barese non ha ancora un candidato sindaco. Dopo la bocciatura di Stefano Dambruoso, il magistrato che non ha convinto pienamente tutte le forze della coalizione, la scelta sembra essere ristretta a due big come Filippo Melchiorre, senatore di Fratelli d’Italia sul quale già si registra il pressing di molti compagni di partito, e Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia e berlusconiano della prima ora.
Tutto lascia pensare che il centrodestra comunicherà il nome del proprio candidato sindaco dopo il 7 aprile, data delle primarie del centrosinistra. Domenica sera, infatti, si saprà se a correre per la successione ad Antonio Decaro sarà l’ex parlamentare verde Vito Leccese o il penalista Michele Laforgia. È anche in base all’identità del candidato sindaco di centrosinistra che Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Udc e altre forze conservatrici e moderate sceglieranno il leader della propria coalizione. E, dopo aver scartato l’ipotesi del candidato civico per sposare definitivamente quella del politico, è molto probabile che a rappresentare il centrodestra sia un big come Melchiorre o Sisto.
Questo per almeno due ordini di motivi. Il primo: quella contro Leccese o Laforgia è percepita come la sfida a un big perché, in ogni caso, si tratterà di una sfida ad Antonio Decaro e al governatore pugliese Michele Emiliano. E ai “pezzi da novanta” del centrosinistra non si può che rispondere schierando gli esponenti più autorevoli del centrodestra. Di qui la prospettiva della candidatura di uno tra Melchiorre e Sisto, con buona pace del consigliere regionale leghista Fabio Romito le cui chance si sono notevolmente ridotte negli ultimi giorni.
Il secondo motivo riguarda il percorso politico di Melchiorre e Sisto. «Entrambi sono stati candidati ed eletti in Senato – spiega un autorevole esponente del centrodestra pugliese – e adesso, per uno dei due, è arrivato il momento di ricambiare il favore al partito di appartenenza». Tradotto: se dovesse arrivare il diktat dalla premier Giorgia Meloni, Melchiorre non potrebbe rifiutare l’investitura. Stesso discorso per Sisto che è viceministro della Giustizia, ma non potrebbe rispondere picche all’ordine che dovesse giungergli dalla presidente del Consiglio o dal segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani.
Al momento, i beninformati attribuiscono a Melchiorre un 55% di possibilità di essere candidato a sindaco di Bari, e a Sisto il 45. La “partita” dovrebbe decidersi nelle prossime ore, a meno che, nelle prossime settimane, non dovessero esserci clamorosi sviluppi nell’ispezione alla quale il Ministero dell’Interno ha deciso di sottoporre il Comune di Bari. In quel caso, il voto potrebbe slittare e le carte rimescolarsi per l’ennesima volta.