Garbo istituzionale, competenza, esperienza politica e capacità di mediare. Sono queste le ragioni principali che hanno condotto otto liste, alcune già in consiglio comunale, a schierarsi con Vito Leccese, l’ambientalista candidato sindaco del centrosinistra barese. Accanto all’ex parlamentare, che sfiderà alle primarie il penalista Michele Laforgia, oltre al Partito democratico, ci sono da ieri gli esponenti di Decaro sindaco (Nicola Loprieno), Decaro per Bari (Giusi Cascella), Avanti Decaro (Nicola Acquaviva), Popolari per Bari (Leo Magrone), Progetto Bari (Silvia Russo Frattasi e Riccardo Montingelli), Socialdemocratici (Mimmo Magistro), Europa Verde (Mimmo Lomelo) e Corsivo 2.0 (Giusi Servodio).
La posizione, nell’aria già da tempo, è stata ufficializzata ieri nel corso della conferenza stampa tenutasi al Caffè d’Arte. Di fronte all’iniziale tentennamento di Leccese ad accettare la candidatura a sindaco di Bari, «siamo stati noi ogni giorno a entrare nella sua stanza chiedendogli di farlo», ha spiegato Russo Frattasi. «La sua esperienza amministrativa lo ha reso uno dei più competenti del comune di Bari. Ora qualcuno vuole parlare di discontinuità, ma a me piace parlare di continuità anche se con una persona che ha un carattere diverso dal nostro sindaco (l’uscente Antonio Decaro, ndr)». Decisa la posizione anche di Cascella. «È l’unico capace di proseguire tutto ciò che ha iniziato Decaro», ha dichiarato l’esponente di Decaro per Bari. Ha usato una metafora da Formula 1, invece, Magrone. Per il dopo Decaro, ha spiegato il capogruppo di Popolari per Bari, serve uno «come Verstappen alla guida della Red Bull, perché se la dessero a me mi schianterei dopo soli due minuti». Il tema è quello della gestione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che dovranno essere tutti utilizzati entro il 2026. «Per questo occorre una persona che sappia come funziona la macchina amministrativa».
Un invito generalizzato ad abbassare i toni tra gli esponenti delle due aree del centrosinistra barese è arrivato da Servodio. «In campo ci sono due grandi risorse – ha dichiarato l’ex deputata parlando di Leccese e Laforgia – e rispetto a queste dobbiamo trovare una sintesi». Sul rischio inquinamento del voto, tornato alla ribalta dopo l’inchiesta “Codice Interno”, Servodio ha invitato tutti «a non enfatizzare le minoranze negative: avere paura che la gente venga a votare è un grave errore».