Non è ancora definito l’accordo di maggioranza alla Regione Puglia per il rinnovo delle Commissioni consiliari. Ieri nuovo vertice dei partiti di centrosinistra con il presidente Michele Emiliano alla vigilia del quarto tentativo di seguito per nominare le presidenze e la composizione delle sei Commissioni scadute dal giugno del 2023 e i cui lavori sono bloccati da un mese e mezzo.
Lo sblocco dipenderà dal passo indietro del Pd che dovrebbe rinunciare ad una delle quattro presidenze sacrificando il presidente decariano Francesco Paolicelli in Commissione Agricoltura dove dovrebbe subentrare il consigliere tarantino Enzo Di Gregorio, inizialmente destinato a prendere il posto di Fabiano Amati di Azione a capo della Bilancio. Invece il nuovo accordo prevede che Amati resti al suo posto e il Pd si accontenti di tre presidenze con Paolicelli “risarcito” attraverso un “mini-assessorato”.
In attesa di conferme, tiene banco il caso delle indennità ai presidenti scaduti che nel mese di febbraio non hanno lavorato: uno stallo politico e amministrativo durato oltre un mese e mezzo a cui però non è corrisposto lo stop delle indennità aggiuntive. A ogni presidente di Commissione, infatti, oltre alla indennità di base prevista per tutti i consiglieri regionali eletti, spetta un supplemento pari a 1.200 euro stanziato mensilmente insieme con l’indennità di carica. Il punto, però, è che, per le note diatribe interne alla maggioranza, l’attività delle Commissioni si è completamente paralizzata, tanto che nel mese di febbraio nessuna delle riunioni è stata calendarizzata né effettivamente svolta considerando che al rinnovo con convocazioni “di facciata” sono seguiti altrettanti rinvii per mancanza del numero legale.
In pratica, nessuna Commissione ha lavorato anche perché l’Ufficio di presidenza, sollecitato dalle opposizioni, ha dichiarato decadute tutte le Commissioni già il 2 febbraio scorso. Perché, dunque, stanziare 9.600 euro di indennità supplementari ai presidenti se risultavano tutti decaduti nel mese di febbraio? A denunciare l’anomalia è stato Antonio Tutolo del gruppo misto, che dall’inizio del mandato ha rinunciato all’indennità e che a breve sarà sostituito da Antonio Leoci di Con alola guida della seconda Commissione. Tutolo ha inviato una letteraccia all’Ufficio di presidenza.
A stretto giro il collega dem Donato Metallo, che guida la sesta Commissione e che si è dimesso per problemi di salute, ha restituito l’indennità riconosciuta automaticamente dall’Ufficio. Adesso ci si dovrebbe aspettare lo stesso comportamento virtuoso dal resto dei quattro presidenti che hanno incassato il gettone da 1.200 euro. In realtà nessuno ha ancora mosso un dito ma, come assicurano dall’Ufficio di presidenza, a giorni la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone firmerà una delibera d’urgenza per recuperare le indennità liquidate ingiustamente.