Flop annunciato ieri nelle sedute d’insediamento delle nuove commissioni attese dal rinnovo di metà mandato. La maggioranza ha disertato in massa l’appuntamento in assenza di un accordo sulle nomine bloccando di fatto le procedure.
In tutti e sette gli organismi consiliari erano presenti sono i rappresentanti del centrodestra (i consiglieri Napoleone Cera (FI), Luigi Caroli (FdI), Giannicola De Leonardis (FdI) più il presidente Fabiano Amati di Azione, gruppo in procinto di rientrare in maggioranza.
Le assenze, in sostanza, hanno impedito il voto dei nuovi componenti degli organismi consiliari tanto che sette commissioni non sono state tecnicamente insediate tenendo conto che in base al regolamento lo saranno solo all’atto di nomina dei nuovi presidenti e vice presidenti.
Che succede ora? Tecnicamente restano in vita le vecchie commissioni scadute agli inizi di giugno 2023 dopo i 30 mesi previsti. Ma sul punto le opposizioni di centrodestra pongono una questione politica e aprono la strada ad un possibile incidente diplomatico.
Ad affondare la lama è il vice presidente del Consiglio, Giannicola De Leonardis, di Fratelli d’Italia. «Con la convocazione di oggi – sostiene De Leonardi – decadono le vecchie commissioni permanenti e si considerano insediate le nuove. L’assenza del numero legale determinato dalla maggioranza significa solo che la presidente del Consiglio, Loredana Capone, ha il dovere di riconvocare in continuazione le nuove commissioni fino a quando non si eleggono i nuovi presidenti. Nel frattempo le vecchie e quindi i relativi presidenti non possono convocare altre sedute».
Secondo De Leonardis «toccherà all’ufficio legale del Consiglio dirimere il punto ed in assenza saremmo di fronte alle gravi responsabilità di chi eletto per essere in aula e lavorare per i pugliesi risponde al diktat del presidente Michele Emiliano che non riuscendo a far quadrare i conti delle poltrone paralizza la massima assise regionale».
L’osservazione di De Leonardis è stata ben presto sconfessata dal presidente Amati che ha convocato la sua commissione per martedì prossimo 6 febbraio.
Chi ha ragione? In base al regolamento consiliare e il consigliere Amati, non è previsto infatti un termine perentorio di riconvocazione per il rinnovo delle commissioni, né è concepibile il vuoto con le vecchie commissioni decadute e le nuove impossibilitate a funzionare. E così in presenza di una tesi opposta si profila uno scontro fra schieramenti con le opposizioni sugli scudi pronte a cavalcare la tigre. Non a caso ieri Fratelli d’Italia ha rincarato la dose «Per la prima volta nella storia della Regione Puglia, quindi dal 1970 ad oggi – sottolineano i componenti del gruppo – anche un ordinario rinnovo delle commissioni regionali, che avviene a metà legislatura, diventa un mercato delle vacche, una spartizione di poltrone e una resa dei conti all’interno del centrosinistra».
«Purtroppo – proseguono i meloniani- è una maggioranza che si tiene in piedi solo con lo strapuntino, la gestione del potere, incarichi e poltrone a go go. Ma quando nonostante le prebende i conti non quadrano allora si fugge con uno schiaffo scandaloso alle istituzioni». Sulla stessa linea Forza Italia. «Oggi è andato in scena l’ennesimo avvilente spettacolo: le poltrone prima di tutto e, nel frattempo, i lavori delle Commissioni sono di fatto bloccati». Dura anche la civica La Puglia domani. «Il bluff continua dopo la fumata nera di fine novembre e il rinvio a gennaio, le nuove commissioni devono ancora attendere. Anche oggi zero a zero, sintomo delle divisioni interne alla frastagliata maggioranza di centrosinistra che tiene in piedi il Governo Emiliano con accordi ancora lontani per ridistribuire le caselle nel gioco delle poltrone, che gli uscenti non vogliono saperne di mollare».
Infine il commento caustico della consigliera Cinque Stelle, dissidente, Antonella Laricchia: «quanto accaduto – sottolinea – è vergognoso, vergognoso che non c’era la diretta streaming che hanno evitato ai cittadini uno spettacolo indegno, dopo i continui rinvii oggi il colpo di teatro: convocazione sì, ma senza che si raggiungesse il numero legale. Evidentemente anche la presidente Capone non ha potuto trovare il coraggio di dare vita al quarto rinvio, perché le scuse erano finite. Il posto giusto in cui continuare con i giochetti e dispettucci di casa Emiliano degli ultimi mesi non è il Consiglio Regionale ma la ludoteca».