«Quella di oggi non è una semplice manifestazione istituzionale, ma la richiesta precisa di una intera comunità che si vuole difendere dalle strumentalizzazioni della politica». Ne è sicuro l’ex eurodeputato Enzo Lavarra, tra i promotori della petizione che nelle scorse ore ha innescato la convocazione della manifestazione a sostegno del sindaco Antonio Decaro da parte della Cgil e del Partito democratico.
La manifestazione di oggi è un atto che dal suo punto di vista si è reso necessario anche per mandare un messaggio al governo centrale di Roma?
«Si, dopo la strumentalizzazione della destra nei confronti di Antonio Decaro, c’è stato un moto di solidarietà non solo verso la persona ma verso il suo ruolo di primo cittadino e primo baluardo del capoluogo. Adombrare la presenza della mafia in consiglio comunale proietta una immagine negativa di Bari e crea un danno all’esterno oltre che una ferita alla città. La manifestazione di oggi è una risposta civile e democratica che vuole rappresentare Bari agli occhi di tutta Italia come una città che non è assediata dalla mafia, sebbene questa esista, ma come una città che con le sue istituzioni e con la presenza di un uomo come Decaro assedia la mafia. Sono due concetti molto diversi ed è bene metterli in evidenza».
Tutta questa vicenda secondo lei come inciderà sulle elezioni e sulla campagna elettorale da qui ai prossimi mesi? Al netto della decisione della commissione che arriverà dal Viminale?
«La destra, che come è noto non aveva e non ha scelto un candidato, per reagire alle proprie difficoltà e mancanze ha approfittato dell’indagine della Procura per agganciarsi all’inchiesta e strumentalizzare gli arresti e rivolgerli contro l’attuale amministrazione anche nel tentativo di sciogliere il consiglio comunale e impedire lo svolgimento delle elezioni di giugno. La solidarietà a livello nazionale espressa nei confronti della città e del suo sindaco stanno provando a interrompere questa escalation che potrebbe portare addirittura allo scioglimento del Consiglio comunale. Quello che preoccupa realmente è il senso politico che sta dietro a tutto quello che sta succedendo in queste ore e che è stato organizzato scientemente dalla destra: vogliono impedire le elezioni. E per raggiungere il loro scopo non hanno esitato a infangare la città stessa che ne ha ricevuto un danno enorme».
In che senso?
«Pensi agli imprenditori che vogliono investire a Bari: dire che la nostra città è in mano alla mafia scoraggerebbe chiunque. È una perdita anche economica. certo la mafia c’è, i clan ci sono, nessuno lo nega. Ma è attaccata e contrastata costantemente dalla magistratura in collaborazione con l’amministrazione comunale. Questa non è una tesi di parte dei sostenitori di Decaro e del sindaco stesso: sono le parole più volte dette dal procuratore che ha condotto le indagini».
I fatti di questi giorni invece come incideranno sulla campagna elettorale dei due candidati del centrosinistra, Michele Laforgia e Vito Leccese per scegliere tra i quali il 7 aprile si terranno le primarie?
«La competizione delle primarie ora avverrà in un clima molto unitario. In cui le due figure, sebbene rappresentino delle sensibilità diverse, hanno un fondamento comune proprio sul tema della legalità e della lotta alla mafia. L’effetto più concreto per il centrosinistra sarà moltiplicare la partecipazione dei cittadini alle primarie, la presenza democratica delle persone è stata risvegliata. Le primarie, in definitiva, saranno l’occasione per reagire all’attacco della destra attraverso gli strumenti della democrazia. I fatti lo dimostreranno».