Commissione europea, Ursula blinda Fitto. I Verdi: «Attenti, non sarà facile»

Il combinato disposto tra la tenacia di Ursula von der Leyen e la “responsabilità” di molti europarlamentari del Pd, a partire da Antonio Decaro, sembra aver disinnescato il tentativo di socialisti e verdi europei di interdire la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea.

Ursula tira dritto

La presidente designata, eletta a luglio dal Parlamento di Strasburgo ma senza i voti dei conservatori riformisti di destra cui fanno capo il ministro pugliese e la premier Giorgia Meloni, tiene il punto e martedì prossimo, quando anche il Parlamento sloveno avrà ratificato la nomina del suo commissario, potrebbe presentare la squadra di governo che guiderà l’Unione europea per i prossimi cinque anni. Un esordio che, tuttavia, non prevede ancora la formalizzazione dell’esecutivo.

Il prossimo scoglio

Questo perché i commissari indicati da von der Leyen dovranno poi superare l’esame delle Commissioni parlamentari dei rispettivi settori. Un passaggio che per Fitto si annuncia molto rigoroso, come ha fatto sapere Bad Eickhout l’olandese co-presidente del gruppo ecologista all’Eurocamera: «Aspetteremo la proposta di von der Leyen e prepareremo l’audizione in modo molto accurato. Se verrà nominato, non sarà un percorso facile per lui».

Una minaccia che, però, non scalfisce i sostenitori dell’esponente italiano, a partire dai vertici del Partito popolare europeo che con Antonio Tajani ricordano come «il Ppe lo sostiene con grande determinazione, mi sembra solo che i socialisti abbiano voluto alzare un po’ il prezzo, mentre i verdi non sono in maggioranza». E sul ruolo dei rappresentanti italiani a Strasburgo il vicepremier auspica che «gli italiani si comportino come ci siamo comportati noi, io ricordo che Fitto votò per Gentiloni cinque anni fa nel 2019. Quindi io mi auguro che questo senso di appartenenza ci sia anche tra i parlamentari eletti a sinistra, il commissario italiano non è il commissario di un partito, poi c’è la garanzia del Partito popolare europeo».

D’altronde anche i vertici del Pse, dopo la voce grossa dei giorni scorsi, hanno abbassato i toni, facendo circolare ieri che «su Fitto stiamo negoziando, ci sono molti temi in gioco. Non vogliamo parlare di linee rosse, ma di priorità». E tra questo elementi potrebbe esserci una compensazione per il Pse in termini di deleghe, mentre al commissario indicato dal Governo italiano verrebbe chiesta, in sede di audizione, «una convergenza con la visione di von der Leyen e la garanzia che sosterrà i valori dell’Ue».

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