Commissione antimafia, per la presidenza in pole il deputato brindisino Mauro D’Attis

La prima riunione della Commissione parlamentare antimafia è convocata martedì prossimo alle 13. Intanto, si vanno riempiendo i tasselli della nuova Commissione antimafia della XIX legislatura, dopo circa otto mesi dall’insediamento del Parlamento.

Un ritardo che suscitato non poche polemiche sulla sensibilità dell’attuale maggioranza di dotare il Parlamento degli strumenti utili ad analizzare e fotografare la criminalità organizzata nella Penisola, soprattutto in quelle regioni dove maggiormente è avvertito il condizionamento dei gruppi criminali.

Nella nuova commissione i parlamentari  pugliesi, con il peso della Quarta Mafia foggiana ormai riconosciuta a livello internazionale, potrebbero avere un ruolo determinante, occupando ruoli chiave e apicali, visto che è ancora in forse la presidenza dopo il no dei familiari delle vittime della strage di Bologna al nome della deputata di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo, amica di lunga data dell’ex terrorista nero Luigi Ciavardini, che ha scontato la sua pena per stragi e omicidio, ma che potrebbe creare qualche imbarazzo alla “credibilità” della commissione stessa.

Radio Palazzo parla di una ricerca di nomi più moderati e meno esposti, capaci di mettere tutti d’accordo e trovare una soluzione pacificante e accomodante. Martedì prossimo ci dovrebbe essere una triade di candidati avanzate dalla maggioranza e dalle opposizioni, sempreché queste non vadano in ordine sparso, e tra i nomi indicati dalla maggioranza potrebbe entrare Mauro D’Attis, il parlamentare forzista e coordinatore del partito in Puglia, che però smentisce categoricamente: «L’unica cosa certa che posso dire è che sono un membro della Commissione. Spero solo che si cominci presto a lavorare».

Ci sarà anche un altro pugliese che potrebbe avere un ruolo di primo piano nella Commissione. Si tratta del parlamentare foggiano di Giandonato La Salandra, testimonial del lavoro di bonifica sul territorio effettuato da Fratelli d’Italia da parte del commissario provinciale Galeazzo Bignami, oggi viceministro delle Infrastrutture e Trasporti. Una mossa che è anche in prospettiva delle comunali nel capoluogo foggiano, che si svolgeranno in autunno e che rappresentano un banco di prova importante per Fratelli d’Italia in terra di Capitanata, dove però si cerca ancora un nome all’altezza della sfida, capace di incarnare la legalità con biografia, storia personale, impegno, professione e competenze.

La poliziotta Rita Montrone, lontanissima da salotti e da consorterie, che andrà in quiescenza il prossimo 31 maggio, ha dato la sua disponibilità e attende l’esito delle consultazioni romane tra i due “capi” pugliesi del partito di Giorgia Meloni, Raffaele Fitto e Marcello Gemmato. I meloniani potrebbero pescare però anche nel mondo accademico Unifg, dove non mancano i docenti legati al centrodestra. Chi ridimensiona l’intervento dello Stato a Foggia, svalutando lo strumento dello scioglimento, starebbe facendo pressing sulla professoressa e amministrativista Francesca Cangelli, esterna e trasversale, figlia d’arte ed ex amministratrice a Matera, dove è stata assessora all’Urbanistica. Su di lei però pesa il giudizio di coloro che la ritengono vicina al governatore Michele Emiliano per le sue presunte ambizioni in Adisu.

Intanto l’ex sindaco di Foggia Franco Landella e gli altri ex consiglieri di centrodestra dichiarati incandidabili con sentenza di primo grado hanno fatto ricorso in Appello. Stando alle carte, nella sentenza ci sarebbero diversi errori materiali, cosa che spingerebbe il politico foggiano transitato nella Lega ad essere ancora della partita per le elezioni amministrative del prossimo autunno. Non è escluso che Landella, seppur sconsigliato dalla cerchia dei suoi fedelissimi, possa costruire un proprio movimento civico capeggiato da un suo ex assessore ed ex giudice, Salvatore Russetti.

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