Caso Cassano, parla la commissaria Pellegrini «Non sono io la nuova dg di Arpal»

Il caso Arpal dei due direttori, l’uscente Cassano e il commissario entrante ma non ancora insediatosi, è finita ieri all’attenzione della Commissione Lavoro del Consiglio regionale.

A richiedere l’audizione della commissaria Silvia Pellegrini il consigliere dem Fabiano Amati, primo firmatario della legge anti-Cassano. Una norma ad personam che rischia di finire sotto la tagliola del Governo centrale o direttamente dinanzi alla Corte Costituzionale dopo i ricorsi depositati da Cassano contro la norma. Amati ha chiesto alla Pellegrini lo stato di attuazione del passaggio di consegne fra lei ed il direttore rimosso, un resoconto sullo stato dell’Arpal ed eventuali criticità relative alla pianta organica, l’organizzazione e l’eventuale riordino dell’agenzia per il lavoro.

«Le mie competenze – ha spiegato la dottoressa Pellegrini – non sono quelle di neo-direttore generale, ma di direttore del dipartimento con funzioni allargate». Di fatto una sorta di commissario che resterà in sella fino all’insediamento del Consiglio di amministrazione a tre componenti inserito nella legge anti-Cassano.

La Pellegrini ha poi relazionato sui verbali del 4 e del 7 novembre sottoposti ai sette dirigenti interni di Arpal propedeutici ai suo insediamento a capo dell’agenzia per il lavoro. Un passaggio di consegne bloccato dall’istanza d’urgenza depositata al Tar Puglia dai legali di Cassano. Quest’ultimo non ha ottenuto la revoca dei verbali, in particolare la restituzione delle password di accesso alla mail istituzionale dell’Arpal. Ma il ricorso ha spinato la strada al successivo ricorso cautelare, già presentato, nel quale si contestano le procedure seguite dalla Regione Puglia e l’assenza di una lettera di licenziamento per l’interruzione anticipata del contratto di diritto privato che lega il manager uscente alla regione Puglia fino a dicembre 2023.

Sul resto delle dichiarazioni rese dalla Pellegrini in commissione s’è espresso duramente il consigliere Amati: «Affiorano molte stranezze – osserva – a cominciare da una stretta personalizzazione tra dg e gran parte della dirigenza, manifestasi in modo sintomatico in una stranezza eclatante: il ricorso contro il verbale di passaggio delle funzioni era notificato nello stesso momento in cui si stava firmando il verbale». Ancora: l’organigramma del 2019 dell’Arpal è diverso da quello attuale con una selva di postazioni dirigenziali, organizzate attorno al potere assoluto del dg.

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