SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Caso Almasri, Nordio e Piantedosi e l’informativa alle Camere: «Atto giudiziario errato. Era troppo pericoloso»

Il caso Almasri è scoppiato come un petardo tra le mani del Governo, in particolare tra quelle del ministro dell'Interno Piantedosi, del collega del Ministero della Giustizia Piantedosi e, ovviamente la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non si è presentata all'informativa alle Camere (svoltasi il 5 febbraio a partire dalle 12.30), chiesta a gran…
(Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Justice Minister Carlo Nordio (right) and Interior minister Matteo Piantedosi address the Chamber of deputies on the case of libyan citizen Naieem Osema Almasri Habish, Rome, Wednesday, Feb. 5, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

Il caso Almasri è scoppiato come un petardo tra le mani del Governo, in particolare tra quelle del ministro dell’Interno Piantedosi, del collega del Ministero della Giustizia Piantedosi e, ovviamente la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non si è presentata all’informativa alle Camere (svoltasi il 5 febbraio a partire dalle 12.30), chiesta a gran voce dall’opposizione per chiarire la vicenda sul suo rimpatrio.

I viaggi in Europa, i controlli e l’arresto

Il 19 gennaio scorso il capo della Polizia libica è stato arrestato a Torino (dove avrebbe assistito a una partita della Juventus), dopo aver viaggiato per mezza Europa a partire dal 6 gennaio: Francia, Belgio, Olanda, Germania (dove avrebbe subito un controllo della polizia tedesca) e infine Italia.

Le autorità italiane lo arrestano poi il 19 gennaio, ma non comunicano la notizia, salvo farlo dopo che l’Avvenire lo rivela pubblicamente. A quel punto Almasri, sul quale dal 18 gennaio pendeva un mandato di arresto da parte della Cpi (Corte d’appello internazionale), sarebbe dovuto essere mandato all’Aja per la detenzione e il processo.

Il ministro Nordio, dopo aver studiato le “carte” giuntegli dal Tribunale internazionale decide, forte della decisione della Corte d’Appello che trova un vizio nelle procedure di incarcerazione, e col benestare di Piantedosi e Meloni, di rimpatriarlo in Libia con un volo di Stato. Per la corte internazionale e diversi organi europei Almasri dunque “sfugge” alla giustizia con la complicità del Governo italiano.

L’informativa

Il primo a parlare è Matteo Piantedosi che spiega il perché dell’operato dell’esecutivo. «Solo alle 22.55 del 18 gennaio (cioé tre giorni dopo il controllo fatto a Monaco del 15, nella notte tra sabato e domenica) che la Corte penale internazionale chiedeva al Segretariato generale Interpol di Lione di sostituire la nota di diffusione ‘blu’ (ovvero di sola richiesta di informazioni) con una nota di diffusione ‘rossa’ (ovvero contenente indicazioni per l’arresto) rivolta, solo a questo punto, anche all’Italia, unitamente agli altri Paesi che al contrario erano stati già in precedenza investiti».

Dopo di che Piantedosi ha proseguito illustrando che ad Almasri era appena stato rinnovato un passaporto della Repubblica Domenicana, col quale aveva chiesto un visto per gli Stati Uniti per 10 anni. Successivamente era volato a Tripoli, da dove poi era transitato a Fiumicino per dirigersi a Londra. Dalla capitale inglese aveva fatto ingresso in area Shengen dalla frontiera francese il 6 gennaio.

«Il 15 gennaio – ha continuato il ministro – una delle persone che lo accompagnava ha noleggiato un’auto a Bonn, con restituzione prevista per il successivo 20 gennaio all’Aeroporto di Fiumicino. Sempre il 15 gennaio, nel tratto autostradale tra Bonn e Monaco, l’autovettura è stata sottoposta a controllo da parte della polizia tedesca; controllo durante il quale Almasri ha mostrato, tra l’altro, un biglietto ferroviario a suo nome da Londra a Bruxelles datato 13 gennaio e all’esito del quale la polizia tedesca non ha adottato alcun provvedimento».

«Nella tarda serata del 18, il funzionario della Corte forniva al coordinatore i contatti dell’agente della polizia criminale tedesca che aveva trasmesso alla Corte le informazioni sui possibili spostamenti del cittadino libico verso il territorio italiano. Successivamente, lo stesso agente della polizia tedesca trasmetteva all’Unità crimini internazionali una scheda riassuntiva degli accertamenti effettuati in Germania. È bene evidenziare che tutto questo accadeva mentre, all’interno dei canali Interpol, non vi era ancora alcuna indicazione di arresto del cittadino libico e neanche alcuna altra indicazione specificamente diretta all’Italia»

Poi Piantedosi ha descritto le varie fasi della procedura di arresto fatte dalla Polizia di Stato dopo che di tale richiesta era stata investita anche l’Italia. Infine le motivazioni del suo rilascio e rimpatrio. «Il rimpatrio di Almasri è da inquadrare, per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione, nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico, che il governo pone al centro della sua azione».

È stato poi il turno del Ministro della Giustizia Carlo Nordio che ha spiegato nei dettagli quale fosse il vizio di forma che ha permesso il rilascio di Almasri: «Nella parte dispositiva dell’ordinanza per il mandato di arresto la Cpi parla di delitti commessi dal 15 febbraio 2015 in poi. La Corte si riunisce quindi cinque giorni dopo il primo provvedimento per dire che il primo mandato d’arresto era sballato perché aveva sbagliato la data in cui erano stati commessi i reati, e noi ce n’eravamo accorti»

«Credo che un’altra mia iniziativa sarebbe stata impropria e frettolosa nei confronti della Corte di Appello e avrebbe dimostrato carenza attenzione non aver rivelato queste anomalie. La Cpi si è in seguito riunita apposta per cambiare mezza struttura del primo atto sulla base del quale avrei dovuto emettere il provvedimento. Ha cercato di cambiarli perché si era accorta che aveva fatto un pasticcio frettoloso. Hanno sbagliato un atto così solenne».

Infine è arrivata l’imbeccata di Nordio alla magistratura italiana che aveva condannato il suo operato, appoggiando le critiche fatte dai giudici della Corte internazionale: «Se questo è il loro modo di intervenire, in modo imprudente, per certi aspetti sciatto, senza aver letto le carte, questo rende il dialogo molto, molto difficile».

ARGOMENTI

almasri
camere
cpi
meloni
nordio
paintedosi

CORRELATI

array(3) {
  [0]=>
  int(405312)
  [1]=>
  int(407086)
  [2]=>
  int(406618)
}

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!