Capone apre il dibattito in vista della direzione: «No a un Pd neutro»

«Più che l’ennesimo segretario dobbiamo attivare una costituente per ridefinire la nostra identità: chi siamo? Quale sarà il nostro campo?»: è Loredana Capone ad aprire il dibattito sul futuro del Partito democratico. La presidente del Consiglio regionale pugliese annuncia così la sua partecipazione alla direzione nazionale dei dem. Capone dimostra di essere in perfetta sintonia col governatore Michele Emiliano che due giorni fa, durante la presentazione della mostra delle opere di Giuseppe De Nittis a Washington, aveva definito «eroica» la campagna elettorale condotta dal segretario nazionale dem Enrico Letta, a dispetto della sconfitta per mano della destra.

Ora, però, la questione è quella dell’identità del Pd. Ed è proprio su questo che si concentra Capone: «Il partito non può più essere neutro e contraddittorio, com’è stato invece negli ultimi anni in cui, impegnato in governi dalla indistinta miscela partitica, non è riuscito a far riconoscere le proprie battaglie per i cittadini e per la soluzione dei loro problemi». E dunque quali devono essere i valori di riferimento e le priorità programmatiche? «Dall’esperienza di amministratrice sempre in trincea – conclude Capone – penso che le nostre battaglie debbano essere dirette soprattutto alla lotta contro le disuguaglianze sociali, contro le nuove povertà, battaglie in cui tra i più disagiati, che un lavoro non l’hanno mai avuto o l’hanno perso, ci sono soprattutto giovani e donne. E alla progettazione di un Paese accogliente che salvaguardi e valorizzi il proprio immenso patrimonio di talento, di arte, l’ambiente e la salute».

L’aria di rinnovamento tira non solo nelle stanze romane, ma anche in Consiglio regionale. La bocciatura del disegno di legge sul fine vita e il rinvio della riforma dell’Arpal ha evidenziato una spaccatura all’interno del Pd pugliese: da una parte i consiglieri Fabiano Amati, Ruggero Mennea e Donato Metallo, dall’altra i fedelissimi del governatore Emiliano. Secondo qualcuno i tre dissidenti sarebbero pronti ad abbandonare il gruppo dem, ma per ora i diretti interessati smentiscono. In un video, infatti, Amati precisa di voler «non cambiare aria, ma cambiare l’aria». E Metallo: «Non ho mai pensato di uscire dal Pd. Mi lega una forte stima ad Antonio Decaro ma i miei voti sono frutto solo della mia coscienza e coerenti con il programma del mio partito».

Si vedrà. Intanto tiene banco anche la questione del rimpasto in giunta, col pentastellato Cristian Casili in pole position per un assessorato. Qui è Rosa Barone, delegata regionale al Welfare, a dire la sua: «Non è un problema di poltrone, ma di obiettivi da portare avanti. Avremo altri incontri con Emiliano sempre sui temi perché quelli ci interessano e per quelli abbiamo voluto assumerci delle responsabilità».

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