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Basilicata, la consigliera regionale Sileo rinuncia alla delega: «Valuterò in maniera diversa»

Ancora grane per il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. Dopo le ultime settimane delicate per la riconferma di Carmine Cicala presidente del Consiglio Regionale che ha mostrato tutta la fragilità della coalizione di maggioranza, il governatore non ha fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo, dal momento che ha subito ricevuto una…

Ancora grane per il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. Dopo le ultime settimane delicate per la riconferma di Carmine Cicala presidente del Consiglio Regionale che ha mostrato tutta la fragilità della coalizione di maggioranza, il governatore non ha fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo, dal momento che ha subito ricevuto una lettera ufficiale che apre un nuovo scenario di crisi.

La consigliera del Gruppo misto, Dina Sileo, ha infatti specificato come «la mia personale storia e le mie aspettative di contribuire alla elezione di ben diversi modelli di società, mi imporranno valutazioni di ben diversa portata nell’ambito dell’esercizio del mio mandato». Segnali chiari che preannunciano un imminente abbandono della maggioranza da parte dell’ex leghista, la quale ha rinunciato anche alla delega alla Cultura e Cooperazione Internazionale in segno di protesta.
Sileo ha evidenziato come siano state messe a disposizione risorse irrisorie per la cultura nel bilancio regionale. Scelta non tollerata per alcun motivo: «Per una regione che vede la componente umana, i giovani, le donne e gli uomini, come la più fragile e pure ormai rara risorsa del territorio, sottintende responsabilità che dovrebbero far tremare i polsi. Non tanto solo perché la Cultura è strategica per l’intero sistema Italia, anche nell’ambito del PNRR, quanto perché in Basilicata assume addirittura una direttrice capace di determinarne la sua stessa sussistenza in termini di identità e di necessario progresso, per porre argine al sempre più diffuso fenomeno della mediocrità socio relazionale».
In questi mesi la consigliera ha ammesso di aver abbracciato con umiltà ed entusiasmo lo sfidante processo di conoscenza dei fenomeni afferenti al sistema cultura, ascoltando centinaia di operatori e raggiungendo importanti traguardi: «Ho redatto un Testo unico per la regolamentazione delle sinergie pubblico-private – dichiara -. Un Testo, accompagnato dal Piano triennale, pronto da mesi e messo a disposizione del Presidente della Giunta regionale, delegante per la materia e garante presso la Giunta nel dare attuazione a quanto i suoi delegati producono quale sintesi di un importante lavoro. Ho fatto quel che ho potuto, ho fatto quanto nelle mie capacità».
La decisione maturata ha di base anche una valutazione strettamente politica: «Sussiste, inoltre – prosegue – una valutazione, del tutto soggettiva, maturata nel corso dei mesi e ormai irreversibilmente cristallizzata, che mi induce a riflessioni molto più ampie di carattere politico. Quando la condivisione dei processi amministrativi di natura istituzionale produce continuamente imbarazzo e disagio, non è il viaggio che è sbagliato; più probabile che siano i compagni di viaggio a non essere compatibili. Con tali motivazioni, ulteriormente alimentate dagli accadimenti registrati in Consiglio, dalle ormai consuete cadute di stile che connotano l’azione amministrativa, la mia personale storia e, soprattutto, le mie aspettative di contribuire alla elezione di ben diversi modelli di società, mi imporranno valutazioni di ben diversa portata nell’ambito dell’esercizio del mio mandato di pubblica rappresentanza».
Ancora crepe quindi nella coalizione di centrodestra che sembra non trovare ancora una quadra, vivendo una situazione perenne di precario equilibrio. Quale ora la prossima mossa di Bardi?

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