Troppe delusioni da digerire e troppe figure che diventano sempre più “ingombranti”. L’agognato voto sul progetto di fattibilità tecnica ed economica e sul vincolo preordinato all’esproprio per quattro dei sei lotti di Costa Sud, nell’ultimo Consiglio comunale, ha fatto emergere alcune faglie nella maggioranza del sindaco Antonio Decaro. «Equivoci», li ha motivati qualcuno, ma che nascondono l’amara verità, dallo “scollamento” del sindaco dai suoi consiglieri, fino al crescente potere politico acquisito dall’assessora Paola Romano, sostenitrice di Elly Schlein ed entrata nella direzione nazionale del Partito democratico, proprio in seguito alla sconfitta di Stefano Bonaccini, sostenuto, invece, da Decaro.
Ma andiamo con ordine. Lunedì, il Consiglio comunale di Bari si infiamma, con l’opposizione pronta a votare favorevolmente la proposta (firmata proprio dal sindaco) sugli espropri di Costa Sud, e la maggioranza sul punto di chiedere il rinvio della discussione, a causa della mancata audizione del sindaco in Commissione Urbanistica. Commissione, quest’ultima, presieduta da Salvatore Campanelli, capogruppo della lista (per ora) vicina a Decaro, Democratici Progressisti ed Ecologisti. Secondo quanto raccontato dal sindaco, sarebbe stato lui stesso «informato dalla stampa» dei malumori in seno ai consiglieri, ad aver proposto ai suoi lo slittamento della discussione. Alla fine, la proposta passa all’unanimità, ma si lascia dietro una scia di polemiche. Le prime provengono dal gruppo “Con”, legato a doppio filo al sindaco e a Emiliano, e per questo indicato, sin dall’inizio, come principale sostenitore della richiesta di sospensiva, anche alla luce dei rapporti sempre più tesi tra il governatore e il primo cittadino. Dall’altra parte, l’assenza dei consiglieri confluiti nel Gruppo Misto, dopo lo scioglimento di “Italia Popolare”, e vicini all’ex dg di Arpal Massimo Cassano. Il loro sostegno al sindaco, fanno sapere fonti vicine al gruppo, è «molleggiante», e l’alleanza, nata già dal primo mandato di Decaro, potrebbe essere giunta al capolinea. L’interlocuzione col sindaco è ancora in corso, ma pare che a non volerli nella maggioranza siano tutti gli altri consiglieri comunali.
Il mancato dialogo tra i decariani, poi, verrebbe ancora più eroso dallo scollamento tra il sindaco e il Consiglio comunale. Il mancato passaggio di Decaro dalla Commissione Urbanistica, infatti, sarebbe solo l’ultimo di una serie di appuntamenti mancati con gli organi del Consiglio, dalle Commissioni fino alle assemblee comunali. Errori di calcolo di cui il sindaco ora inizia a pagare le conseguenze, senza considerare altre due batoste, forse le più pesanti, prese in tempi recenti. La prima è il sostegno dato da Decaro a Luisa Torsi, in corsa alla Camera dei Deputati alle ultime elezioni politiche. Sulla scienziata, il sindaco ha scommesso tutto e – giurano volti a lui vicini – così non sarebbe stato se non fosse stato convinto di ottenere percentuali bulgare nel collegio di Bari. Ma così non è stato. Così come non c’è stata la vittoria di Stefano Bonaccini, in corsa alla segreteria del Pd e sostenuto sin dal primo momento dal sindaco. La vittoria di Schlein, invece, ha ribaltato i rapporti di forza anche all’interno della stessa giunta, dato che ha consentito all’assessora comunale alle Politiche Giovanili, Paola Romano, di essere eletta nella direzione nazionale. Una presenza politica divenuta troppo importante per il sindaco, uscito malconcio dagli ultimi due appuntamenti elettorali più importanti.
Infine, sfumata l’ipotesi del terzo mandato (riguardo il quale il primo cittadino non ha mai nascosto la sua ambizione), nemmeno Decaro può sfuggire al naturale calo di influenza esercitata dal sindaco sui suoi a ogni fine legislatura. E così, al presidente dell’Anci, non rimane che fare il conto alla rovescia, sperando di non ritardare su alcune battaglie intraprese, come era in procinto per accadere per Costa Sud, e considerando quelle di cui ancora non c’è ombra, come il nuovo Piano regolatore.