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Bari, lo sfogo di Decaro: «Su me e Toti comportamenti diversi da parte del governo»

Precisa subito che quella di Bari e quella ligure sono «vicende del tutto diverse» ma sottolinea che «il governo ha evidentemente mostrato comportamenti diversi». Intervistato da La Stampa, il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro, sottolinea il differente atteggiamento del governo Meloni nelle inchieste che hanno travolto prima Bari e la Puglia, poi la Liguria.…

Precisa subito che quella di Bari e quella ligure sono «vicende del tutto diverse» ma sottolinea che «il governo ha evidentemente mostrato comportamenti diversi».

Intervistato da La Stampa, il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro, sottolinea il differente atteggiamento del governo Meloni nelle inchieste che hanno travolto prima Bari e la Puglia, poi la Liguria. Vicende, che sottolinea, «sono del tutto diverse. Sono un sindaco che ha giurato sulla Costituzione. Rispondo dei miei comportamenti, non di quelli altrui», aggiunge.

Rispetto al lavoro della commissione prefettizia inviata dal ministro Piantedosi al Comune di Bari, che dovrebbe decidere su un eventuale commissariamento, Decaro spiega che «abbiamo chiesto l’autorizzazione del tribunale a nominare l’amministratore giudiziario nel consiglio dell’azienda dei trasporti, nella quale c’è bisogno di fare pulizia: sono già stati licenziati tre dipendenti. In quanto al commissariamento, la commissione ha chiesto varie documentazioni».

Le elezioni europee e la Regione Puglia

Commentando le voci che lo vorrebbero pronto a candidarsi in Regione alla scadenza del mandato di Emiliano, risponde: «Mi sto candidando per diventare parlamentare europeo. A trent’anni dallo sbarco in Italia di ventimila albanesi in fuga dalla fame, vorrei contribuire a rafforzare le relazioni con l’Albania, nella speranza che entri nell’Ue».

Il Pnrr

Sul Pnrr «con una mano l’Europa dà e con l’altra il governo toglie. Nei giorni scorsi hanno fatto un decreto sulla perequazione infrastrutturale che inizialmente assegnava al Sud quattro miliardi e 700 milioni, sono rimasti 890 milioni. Eppure i numeri dicono che al Sud gli investimenti corrono più velocemente che al Nord. L’Europa è più amica del Sud del governo Meloni. Per questo mi candido: per difendere lì il lavoro buono che è stato fatto finora dagli amministratori e dalla gente del Sud, che se vincessero le destre nazionaliste correrebbe seri rischi».

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