Un comitato di nove “saggi”, in rappresentanza delle varie “anime” del centrosinistra, incaricati di definire le regole e fare in modo che le primarie (o “unitarie”, che dir si voglia) per la scelta del candidato sindaco di Bari siano aperte e trasparenti: ecco la proposta che sarà sottoposta al tavolo di coalizione in programma martedì. La strategia è stata concordata da Vito Leccese, candidato sindaco del Partito democratico, e Michele Laforgia, sostenuto da ampi settori della galassia progressista. Saranno della “partita”, però, anche i civici e il Movimento Cinque Stelle, decisi ad avere voce in capitolo in una scelta dalla quale dipendono l’esito delle elezioni comunali e il futuro del campo largo barese.
I componenti
Inizialmente, del gruppo di lavoro avrebbero dovuto far parte quattro delegati per ciascun candidato. Per Leccese, capo di gabinetto che ora punta a prendere il posto del sindaco uscente Antonio Decaro, dovrebbe trattarsi di Domenico De Santis, segretario regionale dem, e dei membri dell’assemblea cittadina Ludovico Abbaticchio, leader dell’associazione “La Scossa” che nei mesi scorsi ha condiviso parte del percorso di Laforgia e della Convenzione, e Giuseppe Campanile, marito dell’assessora Paola Romano. Il quarto nome dovrebbe arrivare nelle prossime ore. A rappresentare Laforgia, invece, dovrebbero essere Anna Maria Candela, vicepresidente dell’associazione “La Giusta Causa”, l’ex senatore Alberto Tedesco, l’avvocato Renato Grelle e Gano Cataldo, esponente di Sinistra Italiana.
Ieri pomeriggio, poi, la notizia dell’imminente costituzione del gruppo di lavoro ha fatto il giro della coalizione. E così i civici, che hanno incontrato Laforgia per discutere proprio delle primarie, hanno chiesto di essere presenti nel comitato dei saggi con Gianlucio Smaldone per Sud al Centro, Michele Boccardi per Con, l’assessore regionale Gianni Stea per i Popolari e Alfonso Pisicchio per Senso civico. Posto riservato anche al Movimento Cinque Stelle, dopo il via libera del presidente nazionale Giuseppe Conte alle primarie: a fare da garante dovrebbe essere il leader provinciale Raimondo Innamorato.
Gli obiettivi
A prescindere dal loro numero, i garanti avranno tre compiti. Il primo: evitare che nelle primarie si infiltri la criminalità organizzata come paventato da Laforgia che, in tempi non sospetti, ha parlato dei gazebo come di «uno strumento in mano ai clan». Il secondo obiettivo sarà scongiurare “contaminazioni esterne” e cioè che i militanti di centrodestra possano alterare l’esito delle primarie presentandosi ai gazebo per votare il candidato di centrosinistra che ritengono più debole. Terza e ultima missione dei garanti sarà contenere quello che l’entourage di Laforgia ha definito “voto dei passanti”: ai gazebo dovranno presentarsi soltanto sostenitori del centrosinistra consapevoli, magari dopo aver assistito a un confronto pubblico tra Leccese e Laforgia, come il penalista continua ad auspicare.
Il metodo
Sono diverse le soluzioni che i saggi potrebbero valutare per garantire la massima trasparenza e la più ampia partecipazione alle primarie. Alcuni ipotizzano il voto digitale, altri spingono per gli elenchi certificati, altri ancora immaginano i notai nei seggi. L’idea condivisa da Leccese e Laforgia, comunque, riguarderebbe una consultazione in tre fasi: nella prima, il militante di centrosinistra si pre-registra tramite una mail; nella seconda, si lascia identificare attraverso un documento di identità; nella terza, esprime la preferenza. Una minore identità di vedute, invece, sembra registrarsi sul luogo delle votazioni: nell’entourage di Laforgia si spinge di una sola sede, come tale più facilmente gestibile, mentre il Pd spinge per gazebo sparsi in tutti i quartieri di Bari in modo tale che «le primarie siano non solo trasparenti, ma anche inclusive e aperte a tutti» (parola di Leccese). Sui tempi, invece, il margine di trattativa è risicato: il 7 maggio, giorno in cui scadrà il termine per la presentazione di liste e apparentamenti, si avvicina, ragion per cui delle regole delle primarie si discuterà già nel tavolo di coalizione convocato per martedì, per poi fissare la data delle consultazioni nella prima metà di marzo.