Prove tecniche di spaccatura nel centrosinistra barese. Ieri la coalizione si è riunita per tre ore per sbrogliare la matassa delle candidature.
Il Pd ha accantonato le primarie, azzerato le tre candidature di bandiera (Lacarra, Petruzzelli e Romano) e chiesto la stessa cosa all’avvocato Michele Laforgia, candidato dell’ala radicale della sinistra. Ma a surriscaldare gli animi ci hanno pensato i Cinque Stelle che, se da un lato si sono allineati al Pd quanto ad azzeramento delle candidature e addio alle primarie, dall’altro hanno piantato un altro paletto sulla strada dell’accordo elettorale: «Non resteremo in coalizione se a questo tavolo continuerà a sedere Italia Viva», ha avvertito il coordinatore pugliese, il parlamentare Leonardo Donno.
Il partito di Renzi, infatti, è stato messo nella “lista nera” dal presidente pentastellato Giuseppe Conte e dai vertici nazionali dopo le frizioni in Parlamento. E così è iniziato il lungo giro di interventi, una trentina fra partiti, movimenti e associazioni che rientrano nel campo largo.
Sulla linea del Pd si è ritrovata una decina di sigle, fra cui il Corsivo 2.0 dell’ex parlamentare Giuseppina Servodio, che hanno chiesto il ritiro della candidatura di Laforgia perché ritenuta divisiva.
A sostegno dell’avvocato, invece, si sono schierati i Socialisti con Alberto Tedesco, Italia Viva, +Europa, Verdi e Casa del Popolo. Secondo questi ultimi il penalista è l’unico nome vincente, un valore aggiunto per la coalizione anche in vista delle europee.
L’ala radicale, però, ha registrato l’uscita di Sinistra Italiana schieratasi sin dalla prima ora al fianco di Laforgia accogliendo l’appello del leader Nichi Vendola: «È vero, abbiamo proposto il nome dell’avvocato de “La Giusta Causa” – ha ammesso il segretario pugliese Nico Bavaro – ma per noi la priorità resta l’unità della coalizione».
Passaggio decisivo come quello dei Cinque Stelle che, in aggiunta alla questione Italia Viva, hanno lanciato anche loro un appello accorato all’unità apprezzando lo sforzo del Pd. Una lezione da seguire alla lettera, hanno raccomandato i pentastellati, memori della clamorosa disfatta delle politiche del 2022 frutto di una scelta sbagliata. Da qui la mediazione proposta da Donno: «Ci siamo seduti a questo tavolo con l’intenzione di arrivare a un programma condiviso prima dei nomi per interpretarlo, ribadiamo questa posizione in linea con il Pd. Non siamo interessati a poltrone, nomi e spartizioni». Poi un ringraziamento ai tre candidati dem in campo che con la loro presenza potranno contribuire a trovare l’unità della coalizione pur specificando che i grillini non pongono veti su loro né su Laforgia.
In realtà il M5S punta su un candidato che rigeneri la politica barese, una figura nuova rispetto ai nomi circolati, senza veti su figure del Pd o anche al di fuori dello stesso Pd.
Sul “fronte opposto”, il leader nazionale di Italia Viva, Matteo Renzi, ha contattato il referente barese Stefano Franco subito dopo la conclusione della riunione: «Ogni problema va risolto a livello nazionale».
Il coordinatore pugliese di Con, l’ex senatore Michele Boccardi, ha confermato il valore primario dell’unità della coalizione: «Ringraziamo il Pd per l’atto di responsabilità. Siamo pronti a fornire un contributo di idee e il nome di un candidato di alto profilo che possa rappresentare tutte le forze in campo».
Il braccio di ferro, insomma, c’è ed è ben lungi dal concludersi fra distinguo, veti incrociati e sgambetti reciproci. La riunione è stata aggiornata a lunedì prossimo.
(ha collaborato Umberto Sperti)