Legalità significa pratica quotidiana, non serve un patto scritto per garantirla. È questa per Vito Leccese, candidato del centrosinistra alla poltrona da sindaco di Bari, la miglior risposta a chi la pone come condizione oggi per il sostegno al ballottaggio del 23 e 24 giugno.
Più stanco o più deluso?
«Deluso? Tre mesi fa i sondaggi ci davano testa a testa con il centrodestra. Li abbiamo staccati di 19 punti. Quelli delusi dovrebbero essere i nostri avversari».
Ha ringraziato Laforgia: fiducia immutata in lui?
«La fiducia in lui deriva da un’amicizia trentennale. E dal fatto che ci lega una comunanza di valori e di idee che nessuna campagna elettorale può cancellare».
Il candidato Romito ha criticato quel patto non scritto con la coalizione di Laforgia, sostenendo che è finalizzato solo ad ottenere poltrone.
«L’ennesima conferma che non avendo idee per la città cercano solo spunti per polemizzare. Non ci casco».
Alcuni hanno attribuito alla valanga Decaro buona parte delle preferenze da lei ottenute.
«La valanga Decaro non è un elemento esterno. L’esperienza dell’amministrazione Decaro, del quale sono stato il braccio destro per dieci anni, è parte integrante di un progetto di città che noi vogliamo portare a termine, innovandolo e migliorandolo».
Come pensa di rispondere alla richiesta di legalità invocata dal centrodestra ma anche dal M5s?
«Su questi temi è inutile fare proclami, è la pratica quotidiana che ti qualifica. La mia storia politica è la migliore risposta a qualunque richiesta di quel tipo».
Quanto ha pesato l’astensionismo e quanto teme possa incidere al ballottaggio?
«Il dato dei votanti a Bari ha sfiorato il 60%, non mi pare sia drammatico. Al ballottaggio storicamente il dato si abbassa, ma non credo inciderà sul risultato. Siamo molto fiduciosi».
Lunedì sera ha citato Berlinguer, confermando il suo impegno all’ascolto della città: strada per strada, casa per casa. Su cos’altro raccoglie la sua lezione?
«Non sono mai stato iscritto al Partito comunista, ma la sua sensibilità fondata su valori come la giustizia sociale, il suo rigore morale e la capacità di interpretare i sentimenti di un intero popolo non possono che essere di esempio, ancora oggi, per chiunque faccia politica».
La preoccupa la perdita di Lecce?
«Al contrario di Bari, lì la distanza tra i due candidati è di pochi voti. Faccio il tifo per Carlo».
In cinque parole l’invito a votarla il 23 e 24 giugno.
«Bari non può tornare indietro. Sono solo cinque parole, ma sono importantissime».
Cosa farà Vito Leccese il 25 giugno?
«Il sindaco della più bella città del mondo. Le pare poco?».