Bagarre in vista per il Consiglio regionale: da Azione un ddl per abolire il “salva-legislatura”

Vigilia di fuoco per il Consiglio regionale pugliese atteso oggi da un test decisivo sul caso Clemente, l’esponente di Azione rimasto sulla poltrona di segretario d’aula in quota alla maggioranza nonostante il suo gruppo sia passato all’opposizione. A poche ore dalla seduta il gruppo di Azione accende un nuovo focolaio nel campo del centrosinistra. Ieri, infatti, i calendiani hanno depositato una proposta di legge per abrogare la norma “salva Consiglio” impugnata dal governo Meloni la settimana scorsa. Si tratta della legge che, in caso di dimissioni anticipate del governatore Michele Emiliano, permetterebbe al Consiglio regionale pugliese di restare in carica per almeno altri 8-9 mesi. «Proponiamo – spiegano il commissario regionale di Azione Fabiano Amati e il capogruppo Ruggiero Mennea – di abrogare la norma indecente per salvare la legislatura e piegare le regole istituzionali alle esigenze politiche di Emiliano.

Lo chiede anche il governo nazionale, attraverso il ricorso presentato alla Corte costituzionale. La nostra proposta di legge, depositata oggi, ha l’obiettivo di riconciliare la legge elettorale pugliese con la Costituzione, cancellando la più recente forzatura approvata a dicembre su proposta dell’opposizione ma con ampia maggioranza a favore». Da Azione arriva anche un appello a tutti i consiglieri regionali a firmare e condividere la proposta.

L’iniziativa accoglie l’appello del sindaco Decaro, contrario sin dall’inizio al “salva poltrone”, che proprio l’altro ieri ha chiesto al Consiglio regionale di ritirare l’emendamento. Lo sforamento della tempistica elettorale, infatti, costringerebbe il presidente Anci a restare fermo ai box nel 2024 negandogli la possibilità di ricollocarsi in tempi brevi. Una questione che fra poche ore si incrocerà con il caso Clemente che ha già prodotto nell’ultima seduta uno strappo fra maggioranza, Azione e centrodestra. L’incidente non è stato risolto nelle scorse settimane tanto che il centrosinistra sembra deciso a presentarsi in aula e aspettare la risposta di Clemente rispetto all’appello rivoltogli dal presidente Emiliano a dimettersi dal posto di segretario d’aula. Se accoglierà l’invito, tutto si risolverà all’istante e il centrodestra potrebbe sostituire l’altro segretario d’aula, l’attuale deputato Gatta, con Napoleone Cera. Se Clemente resterà incollato alla poltrona scatterà una mozione di sfiducia con la maggioranza che offrirebbe al centrodestra la possibilità di firmarla onde raggiungere i 2/3 dell’assemblea, il quorum qualificato di 34 voti. In caso di rifiuto delle minoranze di centrodestra la rottura sarebbe totale visto che la maggioranza soffierebbe alle opposizioni il segretario d’aula facendo valere la forza dei numeri nell’elezione che finirebbe a un esponente di Con al posto del consigliere Cera. A quel punto parte della minoranza non esiterebbe a occupare l’aula.

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