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Autonomia differenziata, sindaci di Recovery Sud scrivono a Mattarella: «Il Ddl Calderoli devasta l’Italia»

«Prendiamo atto della decisione del presidente della Repubblica di firmare il disegno di legge sull'autonomia differenziata e comprendiamo che il Capo dello Stato non poteva sottrarsi a un dovere a cui lo richiama la nostra Costituzione». Lo scrivono i sindaci meridionali della rete Recovery Sud inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Pur comprendendo le…

«Prendiamo atto della decisione del presidente della Repubblica di firmare il disegno di legge sull’autonomia differenziata e comprendiamo che il Capo dello Stato non poteva sottrarsi a un dovere a cui lo richiama la nostra Costituzione». Lo scrivono i sindaci meridionali della rete Recovery Sud inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Pur comprendendo le ragioni del Capo dello Stato, però, i primi cittadini dei Comuni del Sud Italia esprimono un «sentimento di amarezza che anima noi sindaci in questo momento, condiviso da una parte ormai consistente del Paese, che si esprime in manifestazioni, come quella organizzata il 17 marzo a Napoli, proprio per affermare i valori dell’Unità d’Italia contro i pericoli di disgregazione, incontri pubblici, delibere di consigli comunali, petizioni, prese di posizione di ampi settori della società: sindacati, medici, esponenti della Chiesa, fondazioni sanitarie, istituti di ricerca, associazioni, comitati».

Per i sindaci di Recovery Sud, «continuare a non tenere conto di questo malessere diffuso potrebbe rischiare di alimentare un rancore che, nel Mezzogiorno, sta crescendo in quanto non solo non si percepisce alcuna volontà, da parte di questo governo, di colmare i divari già esistenti, ma si assiste addirittura a una corsa ad aggravarli. Sono preoccupanti, inoltre, le notizie che abbiamo letto in questi giorni, di ulteriori ritardi per quanto riguarda la realizzazione di opere strategiche come l’Alta capacità Bari-Napoli o sul definanziamento del Tecnopolo di Taranto, e assistiamo impotenti al continuo ricorso ai “viaggi della speranza” nella sanità, ai quali contribuiscono anche la carenza di personale e una spesa pro capite ridotta rispetto al resto d’Italia».

«Caro Presidente – scrivono quindi i sindaci del Sud – nonostante lei abbia firmato quel decreto, noi, da sindaci di territori fortemente penalizzati, continuiamo a nutrire fiducia in Lei affinché vigili, fino all’ultimo, sull’iter di questo provvedimento, affinché esso non diventi devastante per l’unità d’Italia. Nel frattempo invitiamo tutti a sottoscrivere la legge di iniziativa popolare che, una volta presentata, se avrà raccolto il numero necessario di firme, potrà avere priorità sul ddl Calderoli in quanto legge costituzionale».

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