Se l’autonomia differenziata dovesse passare «siamo pronti a partire da questa piazza e a mobilitarci in tutte le piazza con una forte campagna referendaria che dovrà vedere protagonisti tutti i soggetti democratici e tutti i cittadini». Lo ha detto la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, davanti ai circa 3mila partecipanti alla manifestazione organizzata, insieme alla Uil Puglia, in via Sparano a Bari.
«Di fronte a un progetto che mina la Costituzione non poteva che esserci unità sindacale. Cgil e Uil rappresentano l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Paese», ha evidenziato Bucci.
L’autonomia differenziata, ha ribadito, «è una riforma che prova ad attentare la Costituzione a partire dai diritti fondamentali che sanciscono il principio di uguaglianza. È una riforma – ha aggiunto – che trasforma le persone in cittadini di serie A e di serie B».
Riconoscendo «l’autonomia alle Regioni su materie di matrice costituzionale, come sanità, trasporti e scuola, le Regioni meno forti resteranno indietro. Ancora una volta – ha concluso Bucci – si penalizza un Sud che viene isolato dai continui tagli di risorse, soprattutto rispetto agli investimenti in infrastrutture e sviluppo».
Il segretario organizzativo della Uil Puglia, Juri Galasso, ha sottolineato che «abbiamo lavorato tanto per compattare l’Italia, per rendere le Regioni solidali. Oggi ci troviamo di fronte a una situazione che potrebbe sconvolgere tutto il sistema, a partire dai settori già in difficoltà in Puglia. Penso alla sanità, ma anche alla scuola visto che ci sono tantissimi precari che per fare punteggio si spostano al Nord per poi tornare da noi».
Alla manifestazione hanno partecipato anche esponenti delle istituzioni, tra loro il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per il quale «il governo e il Parlamento delle destre hanno deciso di rompere l’unità nazionale, hanno deciso di dare vita a venti ordinamenti giuridici diversi».
Emiliano ha detto che la riforma «aumenta la complessità per i cittadini e per le imprese. Aumenta la possibilità che cittadini e imprese, muovendosi nel Paese, trovino in materie fondamentali norme diverse a seconda delle esigenze specifiche di ogni territorio. Inoltre – ha aggiunto – si indebolisce la forza finanziaria dello Stato, perché ogni Regione tratterà la tassazione, impedendogli di intervenire nelle situazioni di maggiore necessità. È un fatto gravissimo che finirà con il danneggiare le Regioni più deboli».
Emiliano ha poi annunciato che «in sede giuridica ci stiamo organizzando per valutare la possibilità di impugnare per incostituzionalità la legge» sull’autonomia differenziata. «Ci stiamo organizzando – ha aggiunto – anche per proporre eventualmente un referendum abrogativo e per fare in modo che questa legge danneggi il Sud il meno possibile. Meraviglia – ha chiarito – che, mentre i parlamentari del Nord manifestano una certa unità di intenti sull’autonomia differenziata, molti deputati e senatori della destra del Sud pur di mantenere in piedi il governo hanno votato una legge della quale non erano convinti e che sanno provocherà danni al territorio che li ha eletti».
Per la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, «l’autonomia differenziata divide il Paese minando ancora di più i servizi al Sud. Prima ancora dell’autonomia – ha ribadito – si tagliano tre miliardi e mezzo di euro al fondo perequativo delle infrastrutture. Quel fondo è nato per rendere minori le diseguaglianze fra Nord e Sud in materia di infrastrutture».
Capone ha evidenziato che «tolgono a chi è più povero per dare a chi è più ricco e per fare progetti irrealizzabili come quello del ponte. Per andare da Reggio Calabria a Lecce – ha spiegato Capone – ci sono 11 ore e 50 fermate, bisogna intervenire su questo prima di fare opere non strategiche. Tutti insieme dobbiamo batterci perché questo progetto non sia approvato, prima occorre ridurre le disuguaglianze».