“Sì all’Italia unita, libera e giusta. Una firma contro l’autonomia differenziata”. È lo slogan scelto per la campagna di raccolta firme per il referendum abrogativo che prenderà il via anche in Puglia il prossimo weekend, con iniziative e banchetti.
Domani e domenica i rappresentanti di partiti, sindacati e delle associazioni che fanno parte del Comitato abrogativo saranno presenti in molte città per testimoniare un impegno straordinario per raccogliere entro settembre le 500mila firme necessarie.
«La legge sulla autonomia differenziata – spiega il Comitato referendario – va abrogata perché spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, condannando il Paese all’irrilevanza politica ed economica anche a livello europeo; aumenterà i divari territoriali; peggiorerà le già insopportabili disuguaglianze sociali a danno di tutta collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne; moltiplicherà la burocrazia, complicando la vita alle imprese».
Il Comitato promotore esprime «preoccupazioni circa le ricadute che questo folle disegno di divisione del Paese può avere sull’Italia e soprattutto sui territori e sui cittadini più deboli».
E in questo contesto, evidenziano dal Comitato, «il Mezzogiorno paga un ritardo clamoroso rispetto alle realtà centro-settentrionali in settori fondamentali per la vita delle persone come la sanità, l’istruzione, i trasporti e le infrastrutture. Dal Sud – è spiegato in una nota – troppi giovani sono costretti ad emigrare in cerca di salari dignitosi o per studiare».
L’autonomia differenziata, concludono dal Comitato, «convoglierebbe più risorse a chi ne ha di più e priverebbe di risorse chi ne ha meno. E non avrebbe altro effetto se non dilatare quelle differenze e quindi le disuguaglianze, in un momento già di grande crisi».
Il quesito del referendum proposto recita: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n.86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’?”.