Autonomia differenziata: la destra accelera, la sinistra prepara le barricate

L’autonomia differenziata è diventata una palestra per le opposizioni parlamentari, in particolare per il Pd, in cui incrociare i guantoni con la maggioranza di centrodestra.

Ieri è stata una giornata “ad alto tasso muscolare” in Commissione bicamerale per gli affari regionali e in Commissione Affari costituzionali a Montecitorio. La capogruppo dem in prima commissione, Simona Bonafè, insieme al parlamentare pugliese Alfonso Colucci, presidente dei deputati del Movimento Cinque Stelle, ha chiesto al governo di «presentare la relazione tecnica sugli impatti economici della legge perché la materia è complessa, visto che stravolge profondamente l’organizzazione e l’assetto dello Stato e non è comprensibile proseguire il dibattito senza che il Parlamento sia messo a conoscenza dal Ministero dell’Economia del perimetro finanziario del provvedimento».

Una richiesta motivata dal fatto che nelle «numerose audizioni svoltesi dinanzi alla Commissione è emerso un quadro fortemente critico del disegno di legge in esame anche con specifico riferimento al finanziamento delle funzioni che dovrebbero essere trasferite, mentre il provvedimento prevede una clausola di invarianza finanziaria all’articolo 9».

È però nell’organismo bicamerale che lo scontro si è acuito con Anna Ascani, sempre del Pd, che ha ricordato uno dei simboli della prima Repubblica: «Il patriottismo di questa destra riporta a una celebre affermazione di Giulio Andreotti sulla Germania, “l’amo talmente tanto che ne preferivo due”. L’esecutivo con il disegno di autonomia differenziata sta facendo esattamente questo: sta spaccando l’Italia. In due o più pezzi, tanti quante sono le regioni, le periferie, le aree interne. E, grazie al ministro Roberto Calderoli, solo per fare un regalo alla Lega. Non permetteremo che i tempi dell’esame e della discussione di un provvedimento così controverso e pericoloso vengano compressi senza ragione».

Un’alzata di scudi perché netta si è avuta la sensazione che il centrodestra vuole far approdare in Aula la legge entro il 29 aprile, giorno in cui è calendarizzata, così da poterla approvare prima delle elezioni europee e su cui farci la fase finale della campagna elettorale, una data che dalle opposizioni si prova a far slittare con tanto di sgambetti che non sono passato inosservati fino al punto da far intervenire il presidente del Veneto, Luca Zaia, uno dei più accesi sostenitori dell’autonomia: «Ho gli occhi puntati sugli emendamenti al ddl, una legge che auspico possa superare con slancio questa fase finale dei lavori di Commissione e arrivare puntualmente in Aula, alla Camera, lunedì 29 aprile. Come promesso dall’esecutivo, la premier Giorgia Meloni, il ministro Calderoli e i ministri del governo stanno dimostrando di voler rispettare appieno l’impegno preso nei confronti dei cittadini che da anni chiedono l’autonomia».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version