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Autonomia differenziata: il Consiglio dei ministri approva il disegno di legge

Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl sull'Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. Dopo il via libera appena votato dal Consiglio dei ministri, il disegno di legge sull'Autonomia differenziata, a quanto si apprende, verrà sottoposto al parere della Conferenza unificata Stato-Regioni-Città. «Con il via libera in Consiglio…

Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl sull’Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli.

Dopo il via libera appena votato dal Consiglio dei ministri, il disegno di legge sull’Autonomia differenziata, a quanto si apprende, verrà sottoposto al parere della Conferenza unificata Stato-Regioni-Città.

«Con il via libera in Consiglio dei ministri, inizia ufficialmente il percorso del disegno di legge per l’attuazione dell’Autonomia differenziata, è un giorno storico. Una riforma necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità», ha commentato il ministro Calderoli. «L’Italia è un treno che può correre se ci sono Regioni che fanno da traino e altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del Governo, lavoriamo insieme a Regioni ed enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali».

Tante le voci contrarie sul testo approvato, tra cui quella del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha ribadito il rischio di un Paese “spaccato”.

Per Confindustria Puglia «è evidente che, senza stanziare ingenti finanziamenti aggiuntivi» per le regioni del Sud, il raggiungimento dei livelli essenziali previsti dall’autonomia «resterà una pura illusione».

Il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana, aggiunge che «altri fondi aggiuntivi dovranno essere assegnati alle Regioni che chiedono l’Autonomia, per gestire le funzioni sottratte allo Stato. Ma tutte queste risorse ci sono? E quanto ciò inciderà sul già enorme debito pubblico italiano».

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