Autonomia differenziata, Emiliano: «Non c’è una soluzione. Il Governo rischia»

Se la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, «non regge il tema dell’autonomia differenziata salta il governo. Ho detto ai miei colleghi del Pd di uscire dalla sindrome di dover dare sempre una mano a chi governa, è un errore l’eccesso di senso di responsabilità. Adesso la responsabilità ce l’hanno loro. Una soluzione, secondo me, non c’è». Lo ha detto il governatore della Puglia, Michele Emiliano, intervenendo a Porta a Porta. «Secondo me – ha aggiunto – il presidente del Consiglio Meloni, essendo consapevole di non reggere dal punto di vista finanziario l’autonomia differenziata, perché non ci sono i soldi per riequilibrare tutto l’insieme, sta cercando di gettare il pallone in tribuna».

«La Conferenza delle Regioni ha frenato l’ansia prima secessionista, poi federalista, poi di appropriazione del residuo fiscale. Queste tre ambizioni credo siano tramontate e stiamo riflettendo sulla possibilità di dare più potere alle Regioni per correggere le difficoltà che normalmente i governi centrali hanno nella gestione del processo di sviluppo economico. Ci riusciremo solo grazie alla lealtà, mi auguro, delle Regioni del Nord che, consapevoli che o si va avanti insieme o si muore, smetteranno di immaginare di risolvere il problema da sole e lo vorranno risolvere aiutando le Regioni del Mezzogiorno a crescere». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo alla puntata di Porta a Porta dedicata all’autonomia differenziata.

Per Emiliano bisogno dire «basta alla spesa storica», bisogna stabilire quanto «spetta a ciascun cittadino italiano su qualunque territorio regionale» e se bisogna dare più autonomia «non trasferiamo quanto attualmente si spende, che è iniquo verso il Sud, dobbiamo spendere in base al costo standard». Emiliano ha citato un esempio: «oggi – ha rimarcato – la spesa storica della Puglia in Sanità, che ha gli stessi abitanti dell’Emilia, è di 280 milioni l’anno in meno rispetto ai cittadini emiliani. Questo non è giusto».

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