Sull’autonomia differenziata «io non ne farei una battaglia meridionalista, questa è una battaglia nazionale, in cui coinvolgere anche le zone meno utilizzate del nord perché il nord non è tutto uguale, non tutti hanno la stessa omogeneità infrastrutturale dei grandi centri». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dal palco dei ‘Forum in masseria’ a Manduria, la rassegna economica e politica ideata da Bruno Vespa per fare il punto sulle prospettive economiche e politiche dell’Italia post europee e G7.
«Il punto – spiega – non è l’autonomia differenziata tout court, ma che tipo di autonomia differenziata. Si tratta di stabilire quali sono le regole con cui assegnare nuovi poteri alle Regioni».
«Meglio un disegno di legge costituzionale che le singole intese»
«Se noi facciamo un disegno di legge costituzionale, seguendo la procedura indicata dall’articolo 138 della Costituzione, e ci mettiamo d’accordo tra le Regioni su quali sono le materie veramente indispensabili, come materie ulteriori di competenza delle Regioni, poi passiamo il pacchetto al Parlamento. E il Parlamento, secondo il principio di sovranità, decide se è giusto o no che le Regioni abbiano poteri in più. In questo modo non andiamo a toccare l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge con intese separate di ogni singola regione con il governo. Anche perché non è il governo che può cambiare la Costituzione materiale ma sempre il Parlamento».
«Referendum a rischio quorum? No, fronte ampio»
«Il rischio di un flop del referendum abrogativo dell’autonomia differenziata per mancanza di quorum, sollevato da Carlo Calenda, secondo me non c’è». A conferma della sua opinione, Emiliano ha citato gli ultimi «risultati elettorali al collegio sud del Pd, e in particolare in Puglia e bisogna considerare che non abbiamo nemmeno cominciato la battaglia referendaria. Va valutato il successo del fronte progressista nel collegio sud, e il fatto che il governo ha tenuto ma non ha sfondato, e che c’è un fronte amplissimo contro l’autonomia differenziata». Infine, riferendosi al leader di Azione, il governatore ha concluso: «Calenda è in una difficoltà particolare perché la sua identità politica è complicata da realizzare dentro una dicotomia così netta sì/no autonomia differenziata».
«Al Sud si rischia la fuga di medici e professori»
«In alcune materie come scuola e sanità, approfittando di bilanci ordinari molto più ricchi di quelli del sud, il rischio è che si stabilisca una retribuzione aggiuntiva di medici, infermieri e insegnanti che possa portare via tutto il capitale umano del Mezzogiorno in sanità e scuola. Sarebbe un fatto gravissimo». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, rispondendo alla domanda di Bruno Vespa su quale penalizzazione potrebbe avere concretamente la Puglia dall’applicazione della riforma dell’Autonomia.