«Il ministro Calderoli ha detto di voler venire in Puglia. Sarà il benvenuto: dovrà spiegare alle cittadine e i cittadini pugliesi perché devono continuare ad avere meno servizi degli altri cittadini italiani. Perché questo accadrà se dovesse essere mantenuto il criterio della spesa storica, se prima di pensare a differenziare non ci si impegnerà a rendere veramente unita l’Italia e tutti i cittadini sul piano dei diritti». Così la presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone, nel corso dell’incontro “Equità territoriale: dal Pnrr all’auotnomia differenziata. Un Paese diseguale”, promosso a Brindisi da Camera del Lavoro e Cgil Puglia.
«I pugliesi – ha aggiunto Capone – non hanno meno diritti di altri di altre regioni che, invece, a parità di popolazione, ricevono più trasferimenti da parte dello Stato: sulla spesa sanitaria per esempio. E questo vuol dire meno servizi, meno medici, meno personale sanitario, vuol dire obbligare i cittadini del sud ad andare al nord per potersi curare».
«Vogliamo davvero rafforzare queste disuguaglianze? Io penso, invece – conclude Capone – che dobbiamo lavorare per l’unità nazionale e che la priorità, e lo dice anche l’Europa quando per ridurre i divari trasferisce all’Italia 209 miliardi di euro per il Pnrr, non è garantire un’autonomia differenziata ma garantire a tutti gli stessi diritti».