Basterà l’endorsement a mezzo stampa di Nichi Vendola per garantire ad Antonio Decaro la possibilità di prendere il posto di Michele Emiliano alla guida della Puglia nel 2025? Pare proprio di no, almeno a giudicare da quelli che sono gli ultimi rumors sul prossimo inquilino del palazzo in Via Gentile. Nella “griglia di partenza” della corsa alle candidature per il centrosinistra, infatti, il sindaco di Bari sembra essere stato superato da esponenti politici storicamente vicini al governatore. E, alla base di questo ennesimo allontanamento tra Emiliano e Decaro, ci sarebbe il clamoroso asse politico formato dallo stesso sindaco e dal ministro di centrodestra Raffaele Fitto con un solo obiettivo: affossare la cosiddetta “salva-poltrona”, cioè la norma alla legge di bilancio regionale che proroga di sei mesi la durata della legislatura e che è stata recentemente impugnata dal governo Meloni.
Andiamo con ordine. A dicembre il Consiglio regionale ha approvato la norma destinata a operare nel solo caso in cui Emiliano si dimetta prima della scadenza naturale del suo mandato, cioè prima del 2025, magari per candidarsi alle elezioni europee previste nel 2024. Una simile prospettiva ostacolerebbe l’eventuale candidatura alla Regione di Decaro, il cui mandato da sindaco scade proprio nel 2024, in concomitanza con le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo alle quali Emiliano potrebbe decidere di partecipare dimettendosi, appunto, un anno prima rispetto alla naturale fine del mandato. In altri termini, la norma (non a caso ribattezzata “anti-Decaro) costringerebbe il sindaco a uno “stop ai box” di diversi mesi.
Ed è qui che le prospettive politiche di Decaro e Fitto sembrano essersi saldate. Il primo, infatti, non ha mai nascosto l’ambizione di prendere il posto di Emiliano alla guida della Regione, forte anche dell’endorsement di personalità come Nichi Vendola. Il secondo, sonoramente sconfitto da Emiliano alle regionali del 2020, ha bisogno di una strategia per evitare che la Puglia si confermi “feudo” del suo storico rivale e per dimostrare che la destra di Bari e dintorni non ha l’encefalogramma piatto. Ecco spiegata la “santa alleanza” tra Decaro e Fitto, immediatamente tradottasi nell’impugnazione della norma “salva-poltrone” da parte del governo Meloni.
La vicenda, ovviamente, è destinata ad avere ripercussioni sulla scelta del candidato di centrosinistra alle prossime regionali. Alcuni “colonnelli” di Emiliano, infatti, starebbero spingendo per un nome diverso da quello di Decaro. E i profili più quotati sono tre. Il primo è Claudio Stefanazzi, oggi deputato del Pd ma per lungo tempo capo di gabinetto della Puglia, dunque braccio destro di Emiliano: un politico con notevoli competenze tecniche, aspetto che agli occhi di molti lo rende il più titolato a dare continuità al cosiddetto “modello Puglia”. Chance anche per Loredana Capone, rafforzata dal fatto di aver sostenuto la neo-segretaria nazionale Elly Schlein alle primarie del Pd, e Raffaele Piemontese, attuale vice di Emiliano. Si vedrà. Certo è che la corsa alla nomination nel centrosinistra è destinata a riservare altre sorprese.