Non c’è pace in Arpal, l’agenzia regionale per il lavoro che continua a restare senza guida dopo il licenziamento dell’ex direttore generale Massimo Cassano, licenziato per legge dal consiglio regionale, ed in attesa della nomina del nuovo Cda da parte del governatore Emiliano. Una fase transitoria che registra faide interne ed una lenta emorragia di personale con decine di dipendenti che si sono dimessi nelle ultime settimane stante il clima di incertezze.
In mezzo il trasferimento forzoso dalla ex sede principale a Modugno, nell’ex Ciapi, al palazzo regionale di via delle Magnolie con tutti i disagi, le proteste e le polemiche del caso. Da ultimo è emersa una nuova guerra interna fra la commissaria dell’agenzia, la dottoressa Silvia Pellegrini, capo dipartimento lavoro ed il dirigente del personale di Arpal, Luigi Mazzei. Quest’ultimo è stato sospeso dall’incarico del personale, pur restando dirigente di Arpal, in attesa di verificare se la sua nomina sia o meno incoferibile in quanto Mazzei ha svolto, anche a ridosso della sua investitura, un ruolo politico in Puglia Popolare, il simbolo che fa capo all’ex senatore Cassano. Di qui l’approfondimento sulla sua posizione con il coinvolgimento da parte del commissario Pellegrini della Guardia di Finanza per accertare se sussista o meno la causa di inconferibilità (Mazzei non poteva essere nominato).
Si parla, in particolare, della presunta violazione dell’articolo 53 del decreto 165/2001 con riferimento ad alcune attività specifiche svolte da Mazzei relativamente a “provvedere alle procedure concorsuali ed al reclutamento del personale, all’applicazione degli istituti giuridici derivanti dall’instaurazione dei rapporti di lavoro, quali trasferimenti, comando, (…)”. Funzioni delicate, in pratica, vietate per legge a chi ha ricoperto incarichi politici. La verifica, in realtà, è già stata effettuata in passato con una fitta corrispondenza fra la stessa Pellegrini, Mazzei e l’agenzia nazionale Anticorruzione. Quest’ultima ha chiesto a Mazzei di confermare che non era in conflitto di interessi relativamente al divieto politico. Ed in effetti il dirigente sottoscriveva la dichiarazione che certificava l’assenza di condizioni di impedimento, in particolare escludendo l’adesione nei due anni precedenti a partiti politici, di fatto considerando Puglia Popolare un movimento che non riceve finanziamenti pubblici come i partiti tradizionali.
Successivamente lo stesso Mazzei all’accettazione dell’incarico di dirigente per il personale, pur avendo vinto il concorso per un ruolo diverso, dichiara adeguandosi al codice di comportamento di aver partecipato al movimento civico Puglia Popolare.
La vicenda sembrava conclusa, ma la commissaria Pellegrini l’ha riaperta indicando al posto di Mazzei la dottoressa Enrica Griesi. Un clima incandescente, insomma, che probabilmente richiede un intervento deciso per riportare il sereno nell’agenzia che sembra perdere colpi giorno dopo giorno perdendo la sua mission iniziale di strumento fondamentale per la ricerca del lavoro per i giovani.