Il governatore Emiliano è combattuto se andare a Roma o restare in Puglia. La scelta è tutt’altro che semplice, piena di insidie ed incognite, a partire dall’interruzione traumatica del mandato regionale.
Nei giorni scorsi il segretario Pd Letta gli ha telefonato chiedendogli di fare il capolista del partito democratico in Puglia, così come richiesto anche agli altri governatore di centrosinistra (Bonaccini, Deluca, Zingaretti e Giani ed i sindaci delle grandi città). Emiliano ha accettato l’invito, ma senza sciogliere la riserva.
La scelta, trapela dal suo staff, dipenderà da due possibili scenari elettorali, uno più favorevole rispetto all’altro. Il primo prevede una competizione bipolare, centrodestra contro Pd e chi ci sta: i partitini di Di Maio, Calenda, Renzi, ma senza il campo largo coi cinque stelle evaporato durante il dibattito sulla fiducia all’ex premier Draghi. Se, come i dicono i sondaggi, in questo scenario il centrodestra vincesse a mani basse l’elezione in Parlamento di Emiliano chiuderebbe solo l’esperienza alla regione Puglia, ma senza possibilità di cambiare il verdetto delle urne né di ottenere lo scatto di grado, un posto da ministro, a cui aspira il presidente pugliese.
C’è poi l’altro scenario che potrebbe catapultarlo a Roma più facilmente. Ovvero che Draghi scenda in campo direttamente o attraverso un rassemblement di partiti vicini all’agenda Draghi. Una sfida più avvincente ed incerta che vedrebbe schierato da una parte il patto atlantista ed europeo draghiani contro il polo dei populisti Salvini, Meloni, Berlusconi e probabilmente anche Conte più vicini all’area Putin. Il governatore sarebbe più tentato da questa partita che caso di vittoria potrebbe regalargli un posto in un ministero.
Ma l’opzione di restare al suo posto resta in campo. Di più, Emiliano vuol giocarsi tatticamente la scelta per mettere in riga il centrosinistra regionale e le minoranze interne, soprattutto nel Pd guidate dal consigliere regionale Fabiano Amati. Della serie se volete che resti o che devo andare via ditelo e uscite allo scoperto. La manovra di accerchiamento punta a stanare il centrosinistra spingendolo verso un’investitura ampia sul completamento di questo mandato e l’opzione diretta per il terzo. Non è un caso, forse, che partiti e consiglieri regionali a lui vicini gli rivolgono a mezzo stampa questa richiesta. La lista “Con” detta alle agenzie un accorato appello. «Ci auguriamo che non si candidi alle elezioni politiche perché la Puglia ha bisogno di lui”, fanno sapere i consiglieri regionali Giuseppe Tupputi, Alessandro Delli Noci, Gianfranco Lopane, Stefano Lacatena e Alessandro Leoci. “Va data stabilità e continuità alla Puglia proiettandosi anche verso il terzo mandato e rilanciando l’azione del governo pugliese». Sulla stessa linea il capogruppo regionale Pd Filippo Caracciolo. «Si registrano – scrive nel suo comunicato -insistenti pressioni sul presidente Emiliano perché si candidi alle prossime elezioni politiche. Sono totalmente contrario e chiedo al presidente di respingere le richieste per non interrompere la legislatura regionale in nome di un bisogno di stabilità e continuità progettuale e programmatica di cui la Puglia ha assoluto bisogno». «Abbiamo assunto degli impegni con i cittadini che – prosegue Caracciolo – dobbiamo assolutamente onorare. Non chiudiamo una vicenda politica e umana che deve protrarsi nel tempo anche nella prossima legislatura a beneficio di tutti i pugliesi. A stretto giro gli stessi concetti vengono messi nero su bianco da” Per la Puglia”, altro gruppo regionale di maggioranza. «Emiliano -sottolineano i consiglieri Saverio Tammacco, Sebastiano Leo, Mauro Vizzino e Sergio Clemente – è una risorsa per la Puglia, il futuro sarebbe incerto di lui, vada avanti e guardi dritto verso il terzo mandato».
Per il sindaco e presidente Anci, Antonio Decaro, invece, la partita è ancora più complessa in quanto prevede più fronti caldi. Da un lato deve una risposta al segretario Pd Letta che gli ha chiesto di sacrificarsi insieme agli altri primi cittadini eletti dal partito per combattere il centrodestra. Proprio ieri Decaro ha presieduto una riunione in video conferenza con i primi cittadini Dem eletti nei comuni italiani da cui emerso un primo orientamento a rispondere alla chiamata. Dall’altro è tentato dalla staffetta con Emiliano alla regione Puglia. Un passaggio molto delicato variabili importanti da considerare rispetto alle scadenze temporali dei rispettivi mandati. Il comune di Bari andrà al voto nel 2024, la regione Puglia nel 2025. Se Emiliano dovesse andare a Roma il prossimo ottobre Decaro sarà costretto a lasciare con un anno di anticipo per candidarsi alla regione Puglia dove, e sarebbe il primo caso della storia, la legislatura si chiuderebbe in anticipo. Ci sarebbero, tuttavia, i sei mesi di tempo per esercitare l’opzione fra regione e Parlamento da parte di Emiliano. Ma siamo di fronte ad una manovra di palazzo azzardata, dicono dall’entourage di Decaro, che piace molto poco al capo dell’Anci. Di qui calma e gesso con valutazioni approfondite perché il rischio è che con la staffetta il centrosinistra si possa schiantare perdendo in un sol colpo regione Puglia e comune di Bari alle prossime elezioni interrompendo un ciclo di vittorie che dura ininterrottamente dal 2004 ad oggi.