Dino Amenduni è responsabile per la comunicazione politica e la pianificazione strategica di «Proforma», l’agenzia che ha curato la campagna elettorale di Antonio Decaro. Dietro il successo del candidato del centrosinistra c’è anche il lavoro di questa azienda barese.
Riassumiamo i temi guida, e le loro ragioni, della campagna di Decaro, come l’idea di «tutta la Puglia» del teaser iniziale e quella di «speranza» nella canzone della campagna?
«Prendendo spunto da sondaggi, indici di fiducia e notorietà, gradimento personale, percentuali di consenso, analisi del sentiment online, rassegne stampa, e così via, la mappa che avevamo tra le mani ci ha aiutato a capire che buona parte dell’elettorato pugliese di centrosinistra chiede di voltare pagina rispetto al recente passato, che Decaro gode di una fiducia grande e trasversale alle appartenenze politiche, che i temi più sentiti dall’opinione pubblica pugliese sono sanità, lavoro e infrastrutture, e che serviva una dieta mediatica ben bilanciata tra mezzi di comunicazione tradizionale, come giornali, tv, radio, e web/social media. Tutta la Puglia serviva a enfatizzare che Decaro stava per smettere i panni di sindaco di Bari, anche nell’immaginario, per provare a diventarlo, allo stesso modo e con la stessa intensità, su tutto il territorio regionale, senza distinzioni né eccezioni. La “speranza” è legata sia alla volontà di comunicare, prima di tutto all’elettorato storico di centrosinistra, che c’è ancora tanto margine di miglioramento rispetto alle politiche regionali, e che si può vivere bene qui senza dover necessariamente emigrare».
Che tipo di candidato è stato per voi Decaro?
«Antonio Decaro è allo stesso modo tanto un ingegnere, per formazione e cultura professionale, quanto un politico, per capacità di lettura di situazioni anche molto complesse rispetto a equilibri, alleanze, protagonismi. Il lavoro con lui tiene dunque conto della necessità di tenere insieme questi due aspetti: la precisione in quello che si fa, e si propone, e la capacità di non diventare integralisti nelle scelte creative».
Come è cambiata una comunicazione politica che evolve rapidamente anche solo da una campagna all’altra in pochi anni?
«Tra il 2019, seconda campagna elettorale a sindaco di Bari, e il 2025, prima campagna di Decaro per le regionali in Puglia, questo mondo è cambiato decisamente meno rispetto al lasso di tempo tra il 2009 e il 2015, stessi appuntamenti elettorali, ma al fianco di Michele Emiliano. L’ecosistema dei media è molto più stabile, ora, rispetto al recente passato: i social media sono protagonisti indiscussi della scena, i media tradizionali hanno perso parte del loro potere di influenza sul dibattito pubblico, gli indicatori della fiducia nella politica e nei partiti rimangono stabilmente e drammaticamente bassi, le figure carismatiche emergono e la capacità di creare quella connessione sentimentale tra leader e comunità diventa la stella polare delle scelte di comunicazione».
Può farci un bilancio retrospettivo di lungo periodo sull’attività di Proforma nelle campagne politiche regionali di questi vent’anni?
«In Puglia abbiamo avuto la fortuna di lavorare, nell’ordine, con Nichi Vendola, Michele Emiliano e Antonio Decaro. Il merito dei loro successi è indiscutibilmente il loro. In generale, le elezioni si vincono o si perdono, e i comunicatori non sono deus ex machina come spesso invece sono rappresentati sui media. Non aiuteremo a vincere politici inadeguati anche se lavorassimo nel migliore dei modi possibili, e non saremo così scarsi da far perdere politici apprezzati. Per fortuna, come Proforma, abbiamo un buon indice percentuale di vittorie in questi 21 anni di campagne elettorali, a tutti i livelli e di tutti i tipi, in giro per l’Italia, ma credo che il segreto di questo bel dato risieda nella possibilità di scegliere spesso con chi lavorare e di essere scelti altrettanto spesso da persone con cui ci piace poter lavorare, più che nelle nostre capacità come consulenti politici».