Il nuovo direttore dell’Ager, l’agenzia regionale per i rifiuti, sarà nominato dai Comuni pugliesi che si sostituiranno nelle scelte politiche alla Giunta regionale. Lo prevede la proposta di legge a firma dei consiglieri regionale di Azione Amati, Mennea e Clemente, approvata ieri a maggioranza in commissione Ambiente. Una votazione a sorpresa in cui la maggioranza è andata sotto con le opposizioni che hanno giocato di sponda con Azione per assestare lo sgambetto al centrosinistra. A determinare il voto negativo l’astensione dei Cinque Stelle e delle civiche, con il no votato solo dal Pd, il capogruppo Caracciolo e il presidente Campo e dal consigliere Stefano Lacatena della lista Con.
Lo scivolone è destinato a creare rumore e nuovi veleni in maggioranza considerando le polemiche che hanno accompagnato la nascita della nuova società in house per i rifiuti costituita a fine marzo proprio da Ager e Aseco, società controllata da Acqeudotto Pugliese. Azione ha sostenuto la norme dicendo che serve a omologare la società in house alle regole esistenti adeguandola al decreto statale di riferimento. In concreto, la modifica legislativa stabilisce che l’Ager avrà un direttore che sarà nominato dal Comitato dei delegati, previa procedura di evidenza pubblica per titoli e colloquio, sulla base di una terna di nomi formata per graduatoria di merito da una commissione composta da tre segretari generali in servizio presso i Comuni pugliesi. I requisiti per l’ammissione alla procedura d’evidenza pubblica dovranno tenere conto del possesso di una laurea magistrale in materie giuridiche, economiche e ambientali, nonché di un’esperienza alta e comprovata, almeno decennale, nelle materie afferenti l’incarico, ovvero di un’esperienza dirigenziale nella pubblica amministrazione oppure dell’iscrizione almeno decennale negli albi professionali e nelle materie afferenti l’incarico. I requisiti di selezione, il relativo avviso e la nomina della commissione, saranno approvati dal Comitato dei delegati.
Il direttore resterà in carica per tre anni con possibilità di essere confermato per una sola volta anche se nominato alla stessa funzione in forza di legislazione differente e avrà la responsabilità della gestione tecnica, amministrativa e contabile. Un siluramento, in pratica, dell’attuale direttore Gianfranco Grandaliano, fedelissimo del governatore Michele Emiliano. Nella norma transitoria, infatti, è stabilito che l’entrata in vigore comporta la decadenza del direttore in carica. Caustico il commento del gruppo di Azione: «Da oggi abbiamo capito chiaramente che gli unici avversari dei Comuni, attestati sull’esproprio della funzione, restino solo Emiliano e il Pd. Ringraziamo i colleghi del centrodestra, dei Cinquestelle e Alessandro Leoci per il convinto sostegno. È necessario ora portare nel Consiglio regionale del prossimo 18 aprile la proposta di legge, così da approvarla e sintonizzare la Puglia con la logica e la nuova legge statale».