La Camera ha approvato in via definitiva il decreto Coesione. «È un importante traguardo per il governo e un segnale di cambiamento per il Paese», ha affermato ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, promotore del decreto. Che aggiunge: «L’obiettivo prioritario della riforma è di introdurre nella politica di coesione il modello orientato ai risultati – già sperimentato con il Pnrr – attraverso l’individuazione dei settori prioritari strategici degli interventi e un sistema di cronoprogrammi e verifiche periodiche».
Le norme
Tra le disposizioni licenziate ci sono norme che consentono alle Regioni che non hanno ancora firmato gli accordi di coesione (Campania, Puglia e Sardegna) l’assegnazione delle risorse per la realizzazione di interventi di pronta cantierabilità. Inoltre, prevede la destinazione alle Regioni del sud delle risorse del Fondo perequativo infrastrutturale, nonché l’incremento del 40 per cento dei fondi pluriennali di investimento già istituti e delle risorse dei programmi di spesa in conto capitale. La legge contiene anche specifiche disposizioni sui programmi finanziati dalle risorse della politica di coesione europea 2021-2027 di titolarità delle Amministrazioni centrali, allo scopo di: sostenere l’occupazione e rendere più efficiente il mercato del lavoro nelle regioni del Mezzogiorno, contrastare la povertà educativa e migliorare l’offerta educativa, favorire la mobilità verso le aree del sud, sostenere la rigenerazione urbana, contrastare il disagio socio-economico e abitativo nelle aree più povere, nonché per promuovere la mobilità green, l’inclusione e l’innovazione sociale nelle Città metropolitane, sostenere gli investimenti nelle aree industriali e artigianali nei comuni superiori a cinquemila abitanti del sud, promuovere le iniziative per i luoghi della cultura, rafforzare i presidi di legalità e gli strumenti di prevenzione e il contrasto alla criminalità.
Gli incentivi
Insieme a ciò, sono previsti incentivi e bonus in particolare per il mondo del lavoro destinati sia alle imprese che a lavoratori disoccupati, tra cui l’esonero, per 24 mesi, del 100 per cento dal versamento dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro privato nel limite massimo di 650 euro al mese. Aiuti anche per chi assume giovani e donne nella Zes e ai disoccupati che scelgono l’autoimpiego, tra cui il rifinanziamento di Resto al sud 2.0 dedicata agli under 35 del mezzogiorno.
Le parole di Fitto
Fitto, a margine della cabina di regia Pnrr sugli obiettivi della settima rata, ha ricordato anche come siano «in corso confronti tecnici con la Regione Puglia per la sottoscrizione dell’accordo di coesione, improntati alla collaborazione». Così come «si sta valutando in sede europea la possibilità di rendere strutturale la Decontribuzione per le imprese del Sud, dopo la proroga di altri sei mesi».