A Volturara Appula, nel “feudo” di Conte: «Ha avuto grande coraggio»

Dall’inviato a Volturara Appula

Nonostante il nome che richiama atmosfere alla Buscaglione, rese celebri dalla vita spericolata di Vasco, al Roxy Bar, in piazza Antonio Bilancia, il caffè costa “solo” 80 centesimi, e la vita spericolata a Volturara Appula è tutta concentrata su un tavolino davanti al bar, dove le mani di tressette vanno e vengono, come le birre, rigorosamente bevute a canna. Qui la politica di Roma è lontana. La gente, quasi 500 anime, non segue più di tanto la guerra tra il concittadino Giuseppe Conte e il premier Mario Draghi. Non la segue, perché sa già da che parte stare: tutta con Giuseppi, il figlio di una terra marginale che però ha dato natali a personaggi illustri e meno, come la mamma del costituzionalista Sabino Cassese, acerrimo nemico dei Dpcm del “compaesano” Conte. Ma è anche la patria di Carlo Guelfi, già vicesegretario del Senato, ma soprattutto consigliere del presidente Giorgio Napolitano e autore di numerose pubblicazioni sul tema dello sviluppo economico, alcune delle quali di stretta attualità nonostante la datazione editoriale, segno che quei temi sono sul tavolo da lungo tempo.

La famiglia dell’ex premier ha ancora casa a Volturara: uno stabile ristrutturato con garbo e senza troppi fronzoli, com’è l’ex inquilino di Palazzo Chigi, dicono i cittadini del piccolo borgo arroccato intorno alla chiesa cattedrale S. Maria Assunta, uno degli edifici romanici tra i più interessanti della Puglia; lo stesso che conclude ogni messaggio scambiato, a tarda notte, con il sindaco, Vincenzo Zibisco, con un «ricordati di salutare tutti al paese».

E il paese è tutto con lui. «Giuseppe ha fatto bene a mettere un freno a Draghi che ci sta portando alla rovina», afferma Antonio, mani callose che stringono la bottiglia della Peroni come se fosse una clava. «Conte è troppo onesto e non si presta ai giochi di palazzo», aggiunge Michele, un paio di baffetti che ricordano quelli di D’Alema, ma ai piedi ha un paio di sandali consumati, invece di scarpe in pelle pregiata. Davanti alla residenza municipale, a pochi passi dalla casa dei Conte, Maria sottolinea: «Con Conte abbiamo preso qualche soldo, con Draghi paghiamo solo bollette e tasse».

«È innegabile che ci sia una guerra personale contro Giuseppe che ha avuto il coraggio che altri non hanno avuto: perché la crisi del governo Draghi è una crisi per procura. Qualcuno la voleva ma non sapeva come ottenerla», afferma il sindaco Zibisco, commercialista e una vita da pendolare tra Bari e il piccolo borgo dei Monti Dauni. «Vogliono smontare il reddito di cittadinanza, ma qui grazie a questa misura abbiamo potuto utilizzare i percettori per lavori di pubblica utilità, come il taglio dell’erba, risparmiando quasi 200 mila euro, visto che se avessi dovuto affidarli in appalto non potevo darli a meno di 24 euro al metro quadro, e in poco più di un anno, pagando 700 euro al mese, abbiamo “falciato” quasi 10 mila metri quadri di erbe e verde pubblico». Poi il primo cittadino conclude: «Non ho idea come finirà questa crisi. C’è una parte dei Cinque Stelle che vuole rovesciare il tavolo ma non li comprendo nel loro salto nel buio. A questo punto meglio andare al voto e dare voce ai cittadini, o meglio a quei pochi che ancora vanno a votare». E poi ci ritroveremo tutti al Roxy Bar “ognuno a rincorrere i suoi guai”.

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