In queste due concitate settimane del post elezioni in cui la parola d’ordine per i dirigenti e militanti del Partito democratico sembra essere una e una soltanto, “cambiamento”, di simboli, volti e strategia, Michele Emiliano torna a far parlare di sé, o meglio, di “loro”, perché da tempo il destino politico del primo è legato in qualche misura a quello di Antonio Decaro e viceversa.
La coppia Emiliano-Decaro si riprende così la scena del dibattito politico regionale, con l’attuale presidente della Puglia che, incalzato sulla possibilità di un terzo mandato, lancia esplicitamente il sindaco di Bari e Presidente nazionale dell’Anci alla corsa per le elezioni pugliesi del 2025. Appare allora interessante, per avere un quadro d’insieme, porre sotto la lente di ingrandimento l’intensità e la qualità del rapporto digitale del sindaco Decaro con gli utenti online, in particolare negli ultimi due anni, periodo certo non facile per gli amministratori vuoi per gli strascichi della pandemia Covid, vuoi per la guerra ucraina e le relative crisi alimentari ed energetiche.
Un primo dato interessante, zoomando sull’arco temporale che va dal 5 ottobre 2021 al 5 ottobre 2022, riguarda l’analisi del sentiment della Rete sulla chiave di ricerca “Antonio Decaro”. Il parlato digitale, oltre 18mila menzioni complessive, ci restituisce una prima importante indicazione: una quota di mood positivo pari al 50.9%, che ci conferma come il sindaco di Bari, a tre anni dalla sua rielezione, riesca a conservare con cittadini (connessi) un ottimo rapporto fiduciario. A scanso di equivoci, va precisato che il mood non è affatto un sondaggio al quale rispondono solo i baresi, ma è chiaro che è facile che un contenuto che sia o che riguardi “Decaro” possa essere più facilmente commentato da un utente pugliese o barese.
Circoscrivendo il campo d’analisi ai principali social network – Facebook, Instagram e Twitter – si può osservare come il sindaco di Bari manifesti una crescita in termini di nuovi follower per ogni suo account, seppur moderata nei numeri e concentrata per lo più sulle piattaforme di proprietà di Meta. Solo nell’ultimo anno, infatti, i nuovi follower dell’account Instagram salgono di 8mila unità, come quelli che seguono la pagina Facebook. Quest’ultima, in verità, segna un saldo positivo più ampio solo per l’effetto distorcente del passaggio, tra febbraio e marzo, alla nuova esperienza delle pagine che unendo fan e follower ha in qualche misura alterato il dato della crescita fino a fargli toccare quota 79mila.
Se chiediamo alla nostra analisi di volgere lo sguardo più indietro nel tempo, cosa che può aiutare anche a comprendere la capacità di presidio dei social da parte dei leader, è possibile notare come la crescita più ampia e consistente del fandom, ovvero del pubblico che segue da follower un account, l’abbiamo avuta nel biennio 2019-2021. Ben 135mila su Facebook e altri 61su Instagram. Dato non sorprendente se si considera che il Presidente dell’Anci, in questo ultimo anno, punta proprio su Facebook e Instagram per mantenere e rafforzare un legame diretto con gli utenti, pubblicando rispettivamente 338 e 320 post. Il risultato? Un totale di reaction raccolto su Facebook e Instagram pari, rispettivamente, a oltre due milioni e più di un milione, e un engagement, cioè una capacità di coinvolgere il pubblico online, ossia stimolare like, commenti e condivisioni, tutt’altro che irrilevante, corrispondente, nell’ordine, al 2.1 e al 3.0%. Una percentuale non bassa, anzi decisamente incoraggiante, soprattutto se la confrontiamo con quella dei sindaci eletti nelle città metropolitane a Napoli e a Milano nell’autunno passato: Beppe Sala, per esempio, incassa una quota di engagement su Facebook all’0,64%, mentre Gaetano Manfredi su Instagram si ferma all’1,6.
Ha collaborato Elisabetta Moscato