A rischio incostituzionalità la legge anti-Cassano. E la Gdf acquisisce documenti Arpal

La legge del Consiglio regionale pugliese che portato alla modifica dell’assetto societario dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal) e alla destituzione di Massimo Cassano da direttore generale, rischia di essere impugnata dal governo per dubbi sulla costituzionalità sollevati dalla Ragioneria dello Stato.

Inoltre, proprio negli uffici dell’Arpal nei giorni scorsi la Guardia di finanza ha acquisito alcuni documenti per verificare i sospetti della Procura di Lecce sulla regolarità in alcune procedure di assunzioni e nomine.

Intanto i dubbi sulla costituzionalità della legge regionale dividono la maggioranza di centrosinistra in Consiglio: da una parte i civici legati a Emiliano, dall’altra il Pd.

«Il ministero dell’Economia e delle Finanze – attacca Giuseppe Tupputi, capogruppo di “Con Emiliano” – si è espresso dandoci ragione sulla legge regionale e dando ragione ai principi e parametri fondamentali di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, della imparzialità dell’azione amministrativa e della copertura finanziaria. Principi ai quali l’Assemblea legislativa regionale deve improntare la propria azione. Il Consiglio regionale deve farsi garante di tali principi, costituzionalmente garantiti, non legiferare pro qualcuno né contro qualcuno».

Replica il consigliere del Pd, Fabiano Amati: «Oggi la notizia è l’indagine della guardia di finanza sull’ipotesi di compravendita di posti di lavoro in Arpal. La questione dell’eventuale incostituzionalità della legge di decadenza del dg va perciò inquadrata in questo contesto problematico e nella mancata assunzione d’iniziative del presidente Emiliano, a fronte di numerose coincidenze tra assunzioni e fede politica dei prescelti. Come ampiamente documentato nel corso di questi mesi», sostiene.

Interviene anche il deputato della Lega, Davide Bellomo, ex capogruppo in Consiglio: «Sono stato un facile profeta – dice – il parere della Ragioneria Generale dello Stato, che prelude all’impugnativa del governo alla legge regionale della Puglia era più che prevedibile».

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