L’aria di festa che si respira sul lungomare di Bari, trasformato da Coldiretti in una mega-fattoria a cielo aperto per la festa dell’educazione alimentare, non basta a sospendere le ostilità tra Michele Emiliano e Raffaele Fitto. Il presidente pugliese e il ministro del Sud, entrambi ospiti della manifestazione, si stringono la mano. Il primo arriva persino a dire di fare «il tifo per il governo di turno». Poi, però, comincia lo scontro su Pnrr e Fondo di sviluppo e coesione (Fsc).
Ad attaccare è Emiliano, da sempre scettico sull’ipotesi di rimodulazione del Pnrr ventilata dal governo Meloni: «Non abbiamo ancora capito cosa il ministro Fitto abbia in mente e quale sia la sua strategia – osserva il governatore pugliese – Continua a dire che il Pnrr era stato scritto male. O, per essere garbato verso Draghi, dice che la guerra ha cambiato i presupporti. Però non capiamo quale sia la strategia». Pronta la replica del ministro che invita a «essere realisti» e annuncia «un’attenta analisi per capire non chi penalizzare e chi premiare, ma capire quali settori e quali situazioni sono in grado di spendere le risorse entro giugno del 2026 con assoluta certezza e quali no».
La polemica tocca anche l’Fsc che per la Puglia vuole dire quattro miliardi di euro attraverso il quale co-finanziare le iniziative delle aziende: un “tesoretto” che il governo Meloni non solo non ha ancora sbloccato, ma sul quale non ha dato ancora indicazioni chiare. «Fitto non dice mai una parola – continua Emiliano – Questa poteva essere un’occasione per dare quella serenità che avevo chiesto. Noi non pretendiamo di avere i soldi domani, ma di sapere come andrà a finire e quale sia il nostro orizzonte. Questo vale per la Puglia, ma anche per i 3.500 imprenditori che vogliono investire qui e hanno i progetti bloccati per il fermo del Pnrr e dell’Fsc».
Al netto della polemica politica, nel corso della festa dell’educazione alimentare Emiliano raccoglie l’assist dei vertici di Coldiretti e annuncia una fiera internazionale dell’olio da organizzare in Puglia. «È un’idea alla quale stavamo già lavorando, dobbiamo solo decidere la sede: stiamo ragionando tra Bari e Foggia, anche per distribuire equamente sul territorio le opportunità», dice il governatore. L’amministrazione regionale, dunque, sembra decisa a offrire questa vetrina alla Puglia, al suo olio e alle sue aziende agricole. «La Fiera di Foggia potrebbe diventare una delle sedi», conclude Emiliano che poi osserva: «Un evento di quel livello, grande come il Vinitaly, ha bisogno di infrastrutture alberghiere e di trasporto che bisogna realizzare velocemente, perché una fiera cresce assieme al territorio».