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Una tarantina alla “corte del Louvre”, Tagliente: «L’arte supera i muri del mondo»

«L’arte va avanti nonostante i blocchi e le difficoltà del momento, perché è in grado di regalare sogni». Ne è convinta Gioia Tagliente, artista contemporanea di origini tarantine che vive e lavora a Roma da diverso tempo. Gioia Tagliente, un’artista italiana alla corte del Louvre. Che emozione è stata? «Dopo la pausa dalla pandemia i…

«L’arte va avanti nonostante i blocchi e le difficoltà del momento, perché è in grado di regalare sogni». Ne è convinta Gioia Tagliente, artista contemporanea di origini tarantine che vive e lavora a Roma da diverso tempo.

Gioia Tagliente, un’artista italiana alla corte del Louvre. Che emozione è stata?

«Dopo la pausa dalla pandemia i riflettori si sono riaccesi sull’arte ed è stata una grande emozione per me ritrovarmi in un contesto internazionale insieme ad altri artisti provenienti da diverse parti del mondo. Il salone del Carrousel du Louvre è una kermesse in cui l’arte è stata protagonista assoluta, c’è stata una grande affluenza di pubblico, i numerosi visitatori hanno avuto modo di ammirare la creatività nelle diverse sue espressioni. Per me è stata un’occasione per confrontarmi con colleghi internazionali, osservare altre forme di arte e magari lasciarmi contaminare da esse».

Lei ha rappresentato l’Italia in Francia con una sua opera inedita, “La vita è un dono”. Cosa rappresenta e qual è il messaggio che vuole trasmettere?

«Dobbiamo essere grati di ciò che ogni giorno abbiamo. Può sembrare una riflessione banale ma negli ultimi anni abbiamo vissuto delle situazioni inattese e destabilizzanti, quali una pandemia che ci ha costretto a riorganizzare le nostre vite, cambiando le abitudini sociali, poi il conflitto ucraino-russo che ha nuovamente scosso il mondo intero. Per cui per quanto sia necessario pensare al futuro, credo sia più realistico soffermarci sul presente, valorizzando quello che la vita ha da offrirci. Nell’opera “La vita è un dono”, infatti, sono nascoste tre locuzioni in diverse lingue: “Hic et nunc” (qui e ora), “Never give up” (mai arrendersi) e “Vivre le présent” (vivi il presente), per affermare che quello di cui abbiamo bisogno è contenuto nel nostro presente, qui e ora».

Adesso una nuova tappa internazionale, il Museo Europeo d’Arte contemporanea di Barcellona.

«Sono molto entusiasta di esporre una mia opera al Museo Europeo di Arte Moderna di Barcellona, una tappa importante nel cuore della Spagna. L’arte contemporanea sta dimostrando di essere viva, pronta a esplodere e a mostrarsi con orgoglio, per regalare nuova linfa ed energie creative al pubblico».

Una caratteristica importante delle sue opere è l’uso di colori vivaci e intensi. Perché?

«I colori esercitano una forte influenza sulle nostre emozioni e sul nostro umore. Le mie tele sono accese, raccontano storie di rinascita, di forza, di coraggio. I colori, inoltre, sono in grado di trasmettere energie e sono un elemento visivo dell’arte molto importante, capace di attrarre subito l’attenzione di chi li osserva. Concordo con la visione del poeta tedesco Goethe secondo cui il colore è composto da luce e ombre, bianco e nero, e non si può tener conto esclusivamente delle caratteristiche fisiche della luce, ma occorre indagare sulle esperienze dell’anima che il colore è in grado di suscitare. In sintesi, i colori sono una rielaborazione attiva e risentono del contesto psicofisico in cui si trova l’osservatore».

Nelle sue opere si possono osservare volti di esseri umani, corpi di animali, spesso stilizzati attraverso schizzi di colore. In questo caso qual è il messaggio?

«Sono pennellate e schizzi di colore che vengono fuori in modo naturale e istintivo. Fanno parte del dipinto e prendono attivamente parte alla storia che voglio raccontare. Nella mia opera “Urban Dance” sono presenti molti corpi stilizzati che si intrecciano delicatamente tra loro, spesso senza toccarsi, in una danza solitaria. Era il periodo della quarantena per via del Covid-19 e quella danza, era un modo per ribadire che l’arte va avanti nonostante i blocchi e le difficoltà del momento, perché è in grado di regalare sogni».

Qual è, secondo lei, il ruolo dell’arte in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, tra guerra e pandemia?

«L’arte nelle sue varie forme è capace di ispirare ed emozionare il pubblico e trae sempre spunto da quello che l’artista sta vivendo. La creatività ha una forza che non può essere arrestata e credo che l’arte in questo particolare periodo storico di difficoltà e di incertezze, abbia un ruolo salvifico, in grado di donare speranza e di far immaginare un futuro più giusto e rispettoso degli esseri umani e dell’ambiente».

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