Stefania Di Pierro, autrice e compositrice pugliese: «Canto Mina l’ineguagliabile per sognare»

Il successo riscosso qualche giorno fa nel teatro Politeama di Lecce ha consacrato il suo amore per Mina assieme al legame fortissimo con il maestro Paolo Lepore. Lei, Stefania Di Pierro, cantante versatile, autrice e compositrice, comunicativa e dall’impronta avanguardistica sui territori jazz, musica popolare brasiliana –MPB-, italiana, soul, rock, elettronica. Nata a Taranto vive a Bari, ha vissuto a Roma e Amsterdam. Su Spotify ha 5ML downloads 15K ascoltatori mensili. «Sono cresciuta non indifferente alla figura dirompente di Mina che arrivava dalla tv, dai 45 giri RCA che ascoltavamo a casa, in radio, in macchina e dai juke-box – ci dice entustiasta -. All’epoca suonavo il pianoforte cinque ore al giorno, studiavo danza classica, e a scuola ero una studentessa ambiziosa e appassionata. Portavo i capelli lunghi a coda di cavallo, passavo l’estate al mare a nuotare e pescare e cominciavo a provare brividi quando ascoltavo certa musica. Poi la prima band hard rock e poi l’incontro con il Fez a Bari e la scoperta del cool jazz e soprattutto della musica popolare brasiliana».

L’artista barese vive la musica per accendere e riaccendere emozioni, per riflettere e poi ballare. Attiva dagli anni 90, canta, leader delle sue band e in feat. dal duo a Orchestra Sinfonica. Tra i nomi con cui ha condiviso percorsi importanti Nicola Conte, Fabrizio Bosso, Mirlo Signorile e Paolo Lepore, appunto.

«Costantemente questi fili hanno tessuto trame della mia vita artistica – aggiunge – . Nei primi anni 2000, abitavo a Roma, ricevo una telefonata importante da Antonello Vannucchi e Maurizio Majorana, pianista e bassista storici di Mina, il progetto era Connections Italia Brasil. Abbiamo organizzato una serie di concerti divulgando i successi brasiliani tradotti per Mina e i suoi successi cantati in tutte le lingue. Come Tintarella di Luna, La Banda, Upa Neguinho, Canto de Ossanha».

«Negli ultimi anni – conclude – è poi nata in me la voglia di cantare i grandi classici e il M Paolo Lepore mi ha proposto questo tributo, lanciato lo scorso anno con due concerti sold out al Teatro Abeliano di Bari».

«Quello che è accaduto a Lecce mi ha resa felice e mi ha emozionato parecchio anche per il nuovo incontro con la Olas, Orchestra Sinfonica Lecce e Salento. Abbiamo aperto con Città vuota e poi ancora Mille Bolle Blu, Un bacio è troppo poco, Non illuderti, Se telefonando, Il cielo in una stanza, Mi sei scoppiato dentro il cuore, Nessuno, Acqua di Marzo.

Tutto quello che è accaduto, tutto quello che continuo a fare, mi fa sentire in sintonia con me stessa e con le cose che mi accadono.

Studiare, prepararsi, fare sacrifici, fare cultura, rinnovarsi e sperimentare, creare legami , regalare al grande pubblico sempre nuovi motivi di interesse ed aggregazione alla musica e all’arte è la mia dimensione».

L’ultima fatica discografica di Stefania Di Pierro è “Dichiarazioni d’amore”, un album che, come recita il titolo, è una dichiarazione d’amore alla vita e al ciclo naturale delle sue stagioni, ove la gioia è un’esultanza dei sensi assaporata a morsi e ove la malinconia cammina con fiducia al fianco di un profondo senso di gratitudine e rinnovata meraviglia.

La grafica scelta, la presentazione, ogni dettaglio riporta ad un preciso messaggio: due facciate del disco mostrano intenzionalmente profili diversi: il primo acustico, più legato a forme tradizionali ma non per questo incline all’ovvio o a facili scorciatoie, il secondo elettronico, votato a sperimentazioni avventurose come si addice all’indole di un’artista in continuo movimento. L’urgenza del racconto e della condivisione di esperienze assume in alcuni episodi una natura vagamente ipertrofica, con una dilatazione del minutaggio che, se da un lato non permette di beneficiare dell’incisività della sintesi, dall’altro è tuttavia prova del rifiuto di qualsiasi forma di compromesso di fronte al libero fluire dell’ispirazione, nonchè di una disarmante sincerità, umorale e istintiva. Così come istintivo si rivela anche il passo delle melodie, esposte alle svolte imprevedibili di un cuore pronto a lasciare il passato su una spiaggia e a tornarci danzando.

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