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Rocky Malatesta: «Il più bel futuro per Torre Guaceto è un laboratorio ambientale»

Il pensiero più profondo di Rocky Malatesta è: «ognuno è artefice della propria sorte» e la sua ha tutta l’aria di essere decisamente favorevole. Perché? Perché il cinquantunenne potentino e barese di adozione è stato appena confermato presidente nel nuovo consiglio di amministrazione del Consorzio di gestione di Torre Guaceto, la bellissima oasi protetta situata…

Il pensiero più profondo di Rocky Malatesta è: «ognuno è artefice della propria sorte» e la sua ha tutta l’aria di essere decisamente favorevole. Perché? Perché il cinquantunenne potentino e barese di adozione è stato appena confermato presidente nel nuovo consiglio di amministrazione del Consorzio di gestione di Torre Guaceto, la bellissima oasi protetta situata a pochi chilometri da Brindisi. Si chiude così un triennio di successi e se ne apre uno con progetti ancora più nobili. Conosciamo meglio Rocky.

Intanto ha iniziato la sua attività lo scorso anno, l’ultimo del triennio precedente. Un bel traguardo ora da dove però ripartire con progetti a largo raggio. Ma, una curiosità: da dove deriva il nome Rocky e quale è stato il suo percorso di competenze?

«Rocky sta per Rocco. E’ vero, sono nato a Potenza ma sono cresciuto a Bari; i miei genitori volevano vivessi in una città universitaria. Così è stato, mi sono laureato in Scienze Politiche e poi ho sostenuto un master alla Bocconi di Milano in “Marketing turistico».

Fin qui è un curriculum di tutto rispetto e quando è approdato nell’orizzonte turistico?

«.Sono stato consulente dal 2012 al 2021 per lo sviluppo dei prodotti turistici “Puglia promozione” della Regione Puglia e poi son stato consulente per le strategie di sviluppo sui mercati esteri con un focus sulla Russia. Determinante è stata l’attività del “Cesvir”, il Centro di economia e sviluppo italo-russo del quale son stato fondatore e presidente».

Una vita dedicata quindi al turismo e alla cooperazione e ora più che mai, con la nuova nomina, si deve mettere in pratica l’ampio bagaglio culturale. Quali i progetti del nuovo CdA di Torre Guaceto?

«Preciso che la mia è una carica derivante da un avviso pubblico promosso dalla commissione prefettizia di Carovigno. Nel CdA siamo in tutto sei; Maria Giuseppina Semeraro, Vincenzo De Bonis, Alessandro De Vincentis, Lara Marchetta e Giovanni Ricupero».

E’ l’avvio di un nuovo percorso. Quale?

«Far conoscere in primis, a tutti i rappresentanti territoriali, la realtà dell’oasi; un modo per rafforzare anche il controllo dell’area protetta, da parte di tutte le autorità preposte. Poi c’è il progetto “Legalitria” con il quale si andrà in giro per la Puglia discutendo sui temi della tutela ambientale. E’ un Festival che inizierà tra pochi giorni e ci saranno presentazione di libri. E ancora, ci siamo impegnato con il programma “Tetide”, la rete delle aree protette del Tavoliere, al fine di migliorare lo scambio delle buone pratiche».

Un esempio?

«Nel triennio l’ente si è dotato di un centro “Recupero della fauna selvatica” dove ogni anno si salvano le vite di decine di animali. Continuando così si amplierà l’Area Marina protetta e poi anche la Riserva Naturale dello Stato; si è anche avviata una collaborazione con la “Blue Marine Foundation”, con la quale si proteggerà la fauna ittica contro le reti di pescatori di frodo».

Per i tanti utenti di ogni estate cosa c’è nel dettaglio?

«“Porta della riserva” e cioè un parcheggio attrezzato multifunzionale con vari servizi. Poi c’è il “Recupero acque reflue”, un progetto finanziato dalla Regione Puglia e Acquedotto pugliese con il Comune di Carovigno; si parla del riuso in agricoltura dei reflui affinati provenienti dall’impianto di depurazione di Carovigno. L’impianto di distribuzione sarà realizzato entro il 2024».

Sul tavolo del nuovo CdA ci sono quindi progetti come la coesione territoriale; si parte dalla bellezza dell’oasi fino ad arrivare all’associazionismo. Si invitano tutte le Istituzioni a far rete in un sistema di relazioni e dialogo continuo. Rocky, è così?

«Precisamente e a conferma di questa visione delle cose mi piace definire la riserva come non riservata ma aperta, un luogo dove parte un’educazione ambientale di lunga durata. E’ doveroso anche ricordare che il Consorzio è entrato nelle scuole insieme a Slow Food Puglia, in accordo con l’Istituto alberghiero di Brindisi.

Conquiste del passato e progetti in scaletta. Si fa sintesi dei tre anni e si guarda al futuro. Domanda di rito: soddisfatto per questa rinnovata attestazione di fiducia?

«Molto e ringrazio i commissari del Comune di Carovigno e i soci del Consorzio».

Chiudiamo l’intervista con due sue qualità caratteriali e non lavorative: quali si attribuisce?

«L’ironia e la gentilezza e spero di riuscire a trasmetterle anche ai miei due figli».

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