REPORTAGE ESCLUSIVO |«Prodotto social, siamo delusi. L’Accoglienza non è all’altezza in Albania»

«Un’Albania fittizia, venduta sui social come la meta estiva per eccellenza a prezzi bassissimi, ma la realtà è un po’ distante da questa visione», a raccontarlo è Arianna Cataldo giovane dottoressa in Scienze del servizio sociale. Arianna è partita alla volta di un viaggio on the road con un gruppo di dieci amici. Partenza il 10 agosto da Brindisi con arrivo a Valona, al prezzo di 150 euro andata e ritorno ma senza cabina sul traghetto. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati oltre 310mila gli italiani che hanno deciso di visitare il Paese, numeri confermati anche da Arianna: «In un famoso lido a Ksamil eravamo solo italiani, la maggior parte napoletani. È stato
davvero stranissimo non trovare popolazione locale o turisti di altre nazionalità».

Dati confermati anche dalle statistiche ufficiali in quanto, nel 2019 l’Albania, secondo la Banca Mondiale, aveva
accolto 6.4 milioni di turisti internazionali, proseguendo un trend di costante crescita dai primi anni ‘90. Nel 2022, i turisti internazionali erano stati 7.5 milioni. Il Ministero del Turismo, nelle sue proiezioni per il 2023, ritiene che
l’obiettivo sarà di accogliere circa 10 milioni di turisti. Tralasciando numeri e statistiche ciò che cattura l’attenzione sono i pareri totalmente discordanti diventati virali sui social. Da un lato il paese balcanico viene
descritto come una meta fantastica e alla portata di tutti, con mega strutture capaci di accontentare sia le famiglie sia i ragazzi che hanno voglia di far festa; dall’altro chi condanna l’Albania accusando il paese di aver fatto solo un’ottima campagna di promozione pubblicizzando delle vacanze al mare a prezzi davvero contenuti. Sui social impazzano anche video di lamentele che mostrano un mare pieno di spazzatura e attese di oltre due ore per avere un piatto di pasta al sugo.

«Per mia personalissima esperienze, anche per me è stato tutto un po’ costruito sui social. Il primo giorno di mare in zona Himarë abbiamo pagato due lettini e un ombrellone 2,50 euro a testa. Più ci avvicinavamo a Ksamil (soprannominata “la nuova Gallipoli” dai pugliesi”) e più i prezzi sono diventata alti. Per lo stesso ombrellone e per gli stessi lettini siamo arrivati a pagare 30 euro a testa, prezzi identici a quelli che vengono proposti anche nei nostri lidi pugliesi». Ma ciò che ha stupito negativamente Arianna è stata la scarsa preparazione del paese nell’accogliere una cosi grossa fetta di turismo estivo: «Non sono attrezzati, è una finestra sul mondo che si è appena affacciata al turismo di massa. Non sono abituati ad accontentare il turista, ci trattavano con diffidenza come se avessi scelto il loro paese solo per risparmiare». Tasto dolente anche quello degli alloggi: «Il nostro intento era risparmiare, per una notte a Valona abbiamo pagato appena 17 euro a testa ma la nostra struttura era pericolante e fatiscente. Sembrava di essere nel terzo mondo. Nemmeno il gas della cucina era funzionante, veramente una brutta sorpresa per tutti noi».

Alla domanda consiglieresti l’Albania come meta estiva per chi vuole risparmiare la risposta è stata «“Nì”, sei
giorni ci sono costati quasi 700 euro. Un buon compromesso però lo abbiamo trovato con il cibo. Un pranzo a
base di pesce accompagnato da 2 bottiglie di vino e una birra a testa ci è costato solo 25 euro a testa. A Bari e dintorni non saremmo scesi sotto i 40. E il cibo era davvero ottimo».

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