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«Potete dimenticarvi i viaggi della speranza»

Il cuore, si sa, è al tempo stesso la croce e la delizia dell’uomo. Spesso, infatti, ci fa palpitare di emozioni, ma a volte, purtroppo, è lui stesso a palpitare troppo, creando problemi per il nostro organismo che richiedono attenzioni e cure immediate. In questo articolo abbiamo voluto intervistare un luminare del settore, il Prof.…

Il cuore, si sa, è al tempo stesso la croce e la delizia dell’uomo. Spesso, infatti, ci fa palpitare di emozioni, ma a volte, purtroppo, è lui stesso a palpitare troppo, creando problemi per il nostro organismo che richiedono attenzioni e cure immediate. In questo articolo abbiamo voluto intervistare un luminare del settore, il Prof. Giuseppe Speziale, Vice Presidente “GVM Care & Research” e Coordinatore delle Cardiochirurgie del gruppo.

Professor Speziale, quale è l’attuale livello della cardiochirurgia in Italia?
«La cardiochirurgia italiana ha fatto passi da gigante negli ultimi vent’anni ed attualmente il livello può considerarsi tra i migliori al mondo. Grazie anche agli investimenti tanto in tecnologie, quanto soprattutto in capitale umano».
Ci sono nazioni più evolute della nostra in questo settore?
«I risultati della chirurgia cardiaca italiana non sono secondi a nessuno a livello internazionale e in Italia si è comunque anche colmata la differenza tra Nord e Sud e non è più quindi necessario fare i famosi “viaggi della speranza”».
L’italiano medio è più attento rispetto al passato a prevenire le possibili malattie cardiache o, invece, a livello di prevenzione pecca ancora di disattenzione o superficialità?
«La prevenzione in tutti i campi della salute è un prezioso alleato. Le persone, però, tendono in molti casi a non prestare la giusta attenzione o a sottovalutare l’insorgenza dei primi segnali di allarme, decidendo di fare un controllo solo nel momento in cui compaiono i sintomi più gravi. Senza dimenticare che, a causa dell’emergenza Covid, negli ultimi due anni l’appuntamento con la prevenzione anche cardiovascolare si è quasi azzerata, determinando un aumento della mortalità per infarto. Una migliore attenzione alla prevenzione contribuirebbe a migliorare l’aspettativa di vita».
Cosa si può fare per sensibilizzare ancora di più i cittadini sull’argomento?
«L’educazione sulla salute dovrebbe necessariamente passare per la sensibilizzazione istituzionalizzata nelle scuole. Ma i programmi delle scuole italiane sono purtroppo fuori tempo su molte cose. “GVM Care & Research” si impegna concretamente per la diffusione di una cultura della prevenzione con giornate dedicate nelle strutture, portando anche la prevenzione vicino alle persone. A fine 2021, per esempio, abbiamo attraversato l’Italia con una Clinica Mobile attrezzata per offrire alla popolazione consulti gratuiti di prevenzione cardiovascolare: e così abbiamo “controllato” oltre 2500 persone».
A livello chirurgico in questo momento ci sono nuovi interventi tecnici in arrivo?
«Negli ultimi anni i risultati della cardiochirurgia sono migliorati grazie all’innovazione tecnologica e alle tecniche mininvasive che hanno permesso un approccio meno rischioso e meno traumatico per il paziente. Nei nostri centri di Cardiochirurgia in Puglia ad Anthea Hospital, Ospedale Santa Maria e Città di Lecce Hospital, la quasi totalità degli interventi cardiochirurgici sono effettuati con incisioni minime sul torace o con accesso percutaneo, ovvero attraverso le arterie femorali. L’obiettivo, ad esempio, per le patologie mitraliche è la riparazione della valvola e non la sostituzione, anche se ci sono diverse varietà di valvole, meccaniche e biologiche, oltre a tecniche che consentono di eseguire interventi con sempre maggiore sicurezza per il paziente».
Di recente è stato trapiantato il primo cuore di un maiale in un uomo. E’ uno scenario che si ripeterà abitualmente in futuro o si avrà ancora a che fare con le crisi di rigetto che si sono verificate in passato?
«Questo evento rappresenta una novità straordinaria ed una opportunità unica per tutti quei pazienti che ogni anno muoiono in attesa di ricevere un cuore nuovo. Le liste trapianto in Italia superano i tre anni e questo tempo spesso è incompatibile con la sopravvivenza. Lo xenotrapianto è una speranza nuova. E’ ancora troppo presto per intascare la vittoria, ma è una strada importante».
A livello di alimentazione e di sport si sa già tutto rispetto all’ambito del cuore, oppure la dieta e l’attività fisica possono ancora svolgere un ruolo significativo?
«Dieta (inteso come regime alimentare equilibrato) e attività fisica svolgono un ruolo fondamentale sia in ottica preventiva (ovvero per mantenere il cuore in salute nel tempo) sia per un corretto recupero post-operatorio, sempre sotto consiglio del cardiologo. Una dieta equilibrata e varia che comprenda cereali, legumi, frutta, verdura, abbinata ad una attività fisica regolare a tutte le età, sono tra i principali alleati per un corretto stile di vita».
Qual è il prossimo passo della chirurgia mininvasiva?
«In cardiochirurgia la strada è quella di arrivare ad effettuare molti interventi attraverso l’introduzione di cateteri nel cuore senza più incisioni sul torace. Questa strada è stata già intrapresa da anni in diversi centri ed infatti oggi rappresenta ormai uno standard per molte patologie. Il robot invece in cardiochirurgia non ha avuto molto successo, a differenza della chirurgia urologica. Questo perché è più complicato e indaginoso. Il futuro è sul catetere endovascolare».

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