L’appello di Lady green: «Aprite i giardini al turismo»

Amare il verde come nelle migliori tradizioni in stile “british”; dedicarsi appassionatamente alla cura dei giardini per renderli visibili al maggior numero di persone, in ogni luogo e senza confini. Un progetto ambizioso e che ha dato eccellenti risultati grazie alla tenacia di una donna: lei è Judith Wade, classe 55, nata in Australia, a Sydney da genitori inglesi e poi cresciuta anche in Inghilterra. Una bella signora dell’aristocrazia del Nord Europa, con gli occhi chiari e una razionalità lungimirante.

Perché è conosciuta anche nel Belpaese? Perché nel 1997 fondò i “Grandi Giardini italiani”, una rete, o per meglio dire un’impresa culturale, nata con un capitale privato, al fine di valorizzare e promuovere i più bei giardini d’Italia. Un network d’eccellenza che oggi, dopo 25 anni di vita in un itinerario che viaggia da Nord a Sud della penisola, consta di 147 ‘paradisi del verde’.
Judit, sposata con un giornalista di origini pugliesi, vive in Italia da quasi 40 anni, osserva e adora da sempre le bellezze dello Stivale e lancia una sfida innovativa anche sul nostro territorio: valorizzare questi tesori green stimolando i proprietari a migliorare lo stato di manutenzione degli stessi per poi sviluppare, a seguire, modelli di marketing che creino impresa. Il suo intento è fare in modo che questi spazi si aprano al pubblico, che vengano conosciuti e vissuti, dal turista e dalla gente del posto.
La prima domanda che le rivolgiamo è come mai in un libro che sarà pubblicato ad aprile, in occasione dei 25 anni di attività (editore Franco Maria Ricci), scritto con Delfina Rattazzi, la figlia di Susanna Agnelli, non ci siano giardini pugliesi e lucani. «La Puglia è una regione bellissima e da più di 15 anni vive meritatamente un periodo magico per il turismo. Al Nord dell’Europa si guarda alla vostra regione come una delle più affascinati e accoglienti. Vorrei che questa apertura si esprimesse anche nell’ambito dei giardini; ne ho individuati cinque o sei davvero meravigliosi, come nel Salento per esempio e mi auspico che i privati possano, in un progetto di rinascita a tutto tondo, volerli inserire nel circuito del “turismo culturale”. Non vedo ancora una mentalità di questo tipo».
Per l’imprenditrice Judith la Puglia ha fatto grandi passi in avanti e deve farli anche sul turismo del verde. Entrare in rete significa poter essere sostenuti per una valorizzazione del proprio giardino; una apertura per creare un turismo culturale dedicato a tutte le età. «C’è grande richiesta di arte botanica, si va a caccia di giardini dove trascorrere ore liete per imparare anche a conoscere piante e fiori di tutti i tipi. Ci sono giovani mamme con bambini, ragazzi, adulti e anziani pronti ad ammirare e a respirare l’aria salubre del verde curato. Da Nord al Sud. E’ un turismo soft che non impatta in modo brusco sul tessuto sociale. Non è stanziale ma dinamico e sostenibile e non è di certo un turismo di lusso come quello pensato da Briatore quando scopre e si affaccia su di un territorio. La sensibilità verso la bellezza dei giardini non presuppone un turismo d’elite, anzi. Chi visita questi luoghi non lo fa con un approccio del “mordi e fuggi” ma per entrare in una atmosfera ricca di emozioni al naturale. Il merito di questa grande richiesta va di sicuro alla nuova generazione».
E sulla spinta di questa richiesta di mercato Lady Judith accompagna e affianca i proprietari dei giardini verso una visione redditizia. Lavora da tanti anni in Sicilia (il “Giardino dell’Impossibile” sull’isola di Favignana per citarne uno) e non solo e ci tiene a precisare che questa mentalità di promozione crea poi lavoro, in un effetto domino positivo tra paesaggi e persone. Judith invita i pugliesi e lucani a riflettere su questa opportunità, così come fanno da tanti anni in altre regioni. La cultura può creare impresa e insieme dà il giusto valore alla bellezza dei luoghi. I proprietari che aprono le loro tenute fiorite, le curano e le fanno rinascere a nuova vita, assumono poi pian piano figure competenti come guide, giardinieri e tanto altro. C’è un ritorno inaspettato. La scrittrice può vantare un incontro con il Principe Carlo d’Inghilterra dedicato ai giardini italiani. Questo incontro le era stato proposto dal Principe di Galles al “Clarence House” di Londra come cocktail d’onore.
Da sempre in contatto con i più grandi amanti della cultura del verde come la famiglia Borromeo o Brandolini d’Adda, la pragmatica signora Wade apre i cancelli dei giardini del suo network, in un sistema virtuoso economico che aiuta ogni giardino a diventare una piccola impresa, in un’ottica di mercato. Una green economy che promuove e protegge il paesaggio.

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