«Grazie a me in Francia conoscono Capurso»

Renato Villani è un ex docente, di origine barese, che per quarant’anni ha insegnato lingua e civiltà francese e che sin dall’infanzia ha coltivato l’amore per la scrittura poetica.

Come nasce l’amore per i versi e per la poesia?
«All’età di 8 anni ho scritto i miei primi versi in forma molto rudimentale, che hanno segnato il mio avvicinamento alla poesia. La prima poesia è stata ispirata da un’immagine su di un libro di scuola, in cui veniva raffigurata la caccia alla volpe. Immaginai questa volpe braccata, circondata da cacciatore e dai cani nei quali vedevo il servilismo, l’asservimento più assoluto, che come de Vigny (uno dei più grandi poeti romantici francesi) ho sempre contestato. Quell’immagine mi portava a fare una riflessione di carattere esistenziale e filosofico. Un paradosso, se si pensa a come questo animale, pur noto per la sua astuzia e per la sua intelligenza, risultava impotente vittima della violenza degli uomini, i cacciatori, e dei loro servi, i cani. La similitudine sta proprio in questo. C’è la nostra condizione umana paragonabile a quella della volpe, perché spesso ci lasciamo trascinare dal fascino del potere, dell’arroganza, della vanità, del narcisismo. E solo quando la condizione umana ci presenta il conto, prendiamo coscienza di quella che i francesi chiamano la ‘faiblesse’, la fragilità, la caducità. Sintesi che certamente va rapportata all’immaginazione di un bambino di 8 anni. Solo due anni fa, ormai in pensione, a 63 anni, ho riscritto questa poesia, inizialmente in francese titolata “ J’avais huit ans”, poi diventata “Un ricordo d’infanzia” in italiano. Sul mio blog la musica, in quanto musa ispiratrice in senso lato, mi permette di armonizzare le mie poesie attraverso un lavoro certosino di ascolto di decine e decine di brani. Ho iniziato a scrivere in inglese, perché all’università ho iniziato a studiare dapprima la lingua inglese. Ma il “coup de foudre”, il colpo di fulmine, è arrivato con il francese, con cui si è creato un legame indissolubile. Nel 1982, all’età di 23 anni è iniziata la mia carriera di docente nelle scuole medie superiori italiane. Scrivo dell’800 e del ‘900, di correnti letterarie-filosofiche più vicine alla mia formazione, alla mia sensibilità e al mio pensiero. Nel ’92 esce “Igloo”, libro rilegato da un tipografo nostrano di Capurso, mai pubblicato che in qualche modo ha segnato anche l’inizio delle numerose frequentazioni oltralpe, in quella Francia che ho sempre considerato ‘le berceau’, la culla della mia formazione, a cui devo il successo e la notorietà. “Un bell’esempio di francofonìa”, così mi considerano in Francia, nella Société des poètes français, a Parigi. La prestigiosa e più antica sede, fondata per celebrare il primo centenario della nascita di Victor Hugo (nato nel 1802), compie quest’anno 120 anni. Unica società riconosciuta di utilità pubblica, di recente, anche dal Presidente Emmanuel Macron. Un luogo in cui si incontrano poeti di tutte le nazionalità, che trovano la loro massima espressione nella partecipazione al festival delle voci mediterranee, che ha luogo ogni anno a Sète, città natìa dell’illustre George Brassens».
Quanta Puglia porta in trasferta in Francia?
«Intanto con il mio modesto contributo ora in Francia si conosce anche Capurso, comune della città metropolitana di Bari, come amo presentarlo io. Nei miei viaggi porto sempre la pugliesità e la mediterraneità, anche attraverso ‘sentimenti mediterranei’, libro che ha raccolto enormi consensi in Francia. A differenza del francese tipo, che nella sua razionalità rispecchia un popolo cartesiano, il poeta italiano rispecchia fondamentalmente un istintivo, passionale, intuitivo, la cui scrittura risulta essere fruibile ma allo stesso tempo molto profonda. Come il regista Claude Lelouch, mi reputo un istintivo, capace come direbbe Victor Hugo, di captare la totalità del mondo e trasferirla nero su bianco, senza diventare mai troppo didascalico, pedante o troppo didattico, rimanendo essenzialmente un poeta. Dell’approccio scolastico, ciò che mi ha particolarmente impressionato è la formazione elementare. Un amico consigliere comunale in un piccolo centro, anche istitutore, ha fatto leggere alcuni miei versi ai suoi alunni di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, che ora attendono impazienti il mio ritorno in Francia “come se dovessero incontrare Victor Hugo” – dice il mio amico. In Francia la vita culturale è molto più intensa: i ragazzi francesi si accompagnano sempre ad un buon libro. Si legge molta più poesia a differenza nostra, dove ha la meglio il romanzo. Con loro non sono mancati neppure momenti di scambio in gergo. Un alunno mi ha chiesto come si traducesse il loro “qu’est-ce que c’est?” (che cos’è) in dialetto barese. Ed io ho risposto con il nostro “Ci è?”. Il 28 febbraio sarò in Francia per partecipare al “Lunedì dei poeti” che si tiene ogni quarto lunedì del mese. Nel frattempo curo il blog, on line dal 2019 che vi invito a consultare all’indirizzo http://rvgauraeditions.wordpress.com/ dove troverete le presentazioni delle mie raccolte di versi».

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