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Francesco Minunni, allevatore di lipizzani “linea Conversano”: «La mia passione per un cavallo da re»

La passione si è tramandata di padre in figlio e di figlio in nipote, fino a diventare molto di più che una passione. «Da sempre mi sono concentrato sul fatto che gli Acquaviva d’Aragona, i conti di Conversano, hanno lasciato non solo un patrimonio culturale e immobiliare, ma anche quello zootecnico». Francesco Minunni divide con…

La passione si è tramandata di padre in figlio e di figlio in nipote, fino a diventare molto di più che una passione. «Da sempre mi sono concentrato sul fatto che gli Acquaviva d’Aragona, i conti di Conversano, hanno lasciato non solo un patrimonio culturale e immobiliare, ma anche quello zootecnico». Francesco Minunni divide con il figlio Paolo e il piccolo Giacomo l’attenzione e l’amore per i cavalli lipizzani, linea Conversano. Proprio così, una delle otto linee di sangue si chiama proprio Conversano, il nome della città. Un vanto per la comunità, un segnale identitario tutto incentrato sul ruolo dei conti che allevavano questi cavalli definiti “barocchi” per il loro andamento e atteggiamento. «Il lipizzano è un cavallo da re – precisa Francesco Minunni – con una eleganza tale da apparire nelle parate di gala e negli show in Austria a Vienna come a Temple Farm, vicino Chicago. I due centri più famosi al mondo dove vengono allevati i lipizzani, tra cui il lipizzano “linea Conversano”». In pochi conoscono questa peculiarità di uno dei cavalli più eleganti al mondo e la famiglia Minunni non fa mistero di voler lavorare per affermare l’importanza della familiarità tra il cavallo lipizzano e la città degli Acquaviva d’Aragona. E a suggellare la ritrovata attenzione sulla linea “Conversano” è arrivata nei giorni scorsi la delegazione internazionale della Lif (Lipizzan International Federation), nata per preservare una delle più antiche razze equine al mondo. Dall’Austria è arrivato il presidente e il tesoriere della Lif, il presidente dell’associazione austriaca del lipizzano, il prof. Gottfried Brem del Dipartimento di Scienze Biomediche di Vienna. Una visita che rappresenta il segnale più evidente di come una passione possa avere risvolti di tipo storico, scientifico ed economico.

Lei ha trasformato una passione di natura personale, prima contagiando la sua famiglia e, subito dopo, un territorio. Come è nato questo feeling con il lipizzano?

«Dall’amore verso i cavalli e dalla consapevolezza che è necessario far conoscere a tutti questa ricchezza culturale. Ci sono persone che si recano a Vienna oppure negli Stati Uniti, a Temple Farm vicino Chicago, e leggono il nome “Conversano” legato ad una delle linee di sangue dei lipizzani. Non è possibile che nel nostro territorio non si debba conoscere tutto ciò. Pensi che un nostro concittadino residente negli Stati Uniti, Franco Aloisio, recandosi a Temple Farm ha dovuto esibire la propria carta di identità per dimostrare di essere nato a Conversano agli allevatori statunitensi increduli e ignari del fatto che quel nome corrispondesse ad una città della Puglia nel sud Italia».

C’è una regola nel mondo dei lipizzani nell’attribuzione del nome da dare al cavallo. Importante anche ai fini genealogici dato che comunque si contano otto “linee di sangue” maschili e quindici femminili. Ce la può spiegare?

«Alle femmine si attribuisce il nome della madre. Ai maschi dei lipizzani viene attribuito il nome della linea del padre con l’aggiunta di quello della madre. Nel caso ci siano più fratelli si aggiunge il numero romano. Un’anticipazione di qualche secolo rispetto all’attribuzione del doppio cognome alle persone, come è stato stabilito solo un mese fa in Italia».

La visita della delegazione internazione della Lif (Lipizzan International Federation) ha sancito l’interesse per la linea “Conversano”. Qual è stata la reazione dei componenti della federazione?

«Non nego che aspettavo questa occasione da tempo e la attendevo con particolare emozione. Si è mossa l’intera federazione internazionale che ha potuto apprezzare i nostri cavalli, la nostra cura e passione e il nostro territorio. La loro felicità ci ha ripagato degli sforzi di anni per affermare che la nostra città può dire la sua con autorevolezza nel mondo. E abbiamo stabilito che è il tempo giusto per creare una rete internazionale che ci accomuni all’Ungheria, all’Austria, agli Stati Uniti, alla Slovacchia, alla Spagna».

Qual è l’obiettivo della famiglia Minunni nei prossimi mesi e nei prossimi anni?

«Ho detto ai miei figli che mi sentirò veramente appagato quando farò nascere a Conversano il primo lipizzano nero. Una delle mie cavalle è nera, mi sto adoperando per acquistare il seme da un allevamento in Slovacchia non prima di aver fatto l’esame del Dna che ha dato esito positivo. E poi vorremmo organizzare nella nostra città, in onore del lipizzano “linea Conversano”, il Consiglio Generale della federazione internazionale. Due obiettivi di famiglia ma che devono diventare obiettivi di un’intera comunità».

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