Ambasciatore del territorio anche negli Stati Uniti

Avere a cuore una città, ricordarselo durante tutta la giornata e portarla nel mondo: nasce così il biscotto di Molfetta, un’idea creativa e gustosa di Roberto Pansini, presidente dell’associazione “Oll Muvi”, membro del Consiglio Generale dei Pugliesi nel mondo e delegato CIM (Confederazione Italiana del Mondo) per la Regione Puglia.

«Ricerche nell’ambito del marketing testimoniano l’importanza del biscotto nel mercato del food – esordisce Pansini – il suo valore risiede nella versatilità, che lo rende un’ottima colazione ma anche una golosa merenda dopo pasto o prima di cena».
Un biscotto, insomma, ha veramente il potere di rendere dolce una giornata. Se poi, al biscotto, vi si aggiunge la bellezza di una città, si tratta di una vera e propria trovata. All’idea che Roberto Pansini aveva nel cassetto da maggio dell’anno scorso hanno dato forma e gusto, rispettivamente, il giovane molfettese Fabrizio Drago, esperto nella stampa in 3D, e il pasticcere Francesco Lanza, un’icona per la città di Molfetta. Bisognava trovare la chiave per unire le esigenze dell’occhio a quelle del palato. Dopo quindici bozze, un risultato finale più che soddisfacente, fatto con prodotti tipici del territorio: olio evo, farina di grano tenero pugliese, mandorle di Bari. Tutti ingredienti a chilometro zero, che valorizzano la nostra terra ma soprattutto il nostro gusto.
«Quella attuale è solo la prima uscita del biscotto molfettese – precisa Pansini – il maestro Lanza è pronto a sbizzarrirsi con nuove versioni, prossimamente ce ne sarà sicuramente una al cioccolato».
Il biscotto, presentato per la prima volta alla cittadinanza il 1 dicembre 2021 nell’Infopoint del centro storico, ha conquistato anche l’America.
«Il Duomo di San Corrado è il simbolo che ci lega all’America da quando era solo un’isola, quella di Sant’Andrea– spiega Pansini – le due torri gemelle del Duomo di Molfetta hanno un’impressionante analogia con le torri gemelle di Manhattan».
L’idea di Pansini, dunque, è diventata un vero e proprio simbolo, che rende la città pugliese riconoscibile ma soprattutto riconosciuta nel mondo.
«Di recente, quando sono stato in America, ho portato con me una scorta di biscotti da donare alle persone che avrei incontrato – racconta Pansini – quelli che lo hanno ricevuto provavano un certo dispiacere nel romperlo, a molti che volevano conservarlo ho ricordato che si tratta pur sempre di un biscotto che, in quanto tale, nasce per essere gustato».
La sorpresa per chi ha deciso di assaggiarlo è stata altrettanto piacevole: in America sono sbarcati anche gli autentici sapori della Puglia. A New York, in New Jersey, in Pennsylvania, tutti hanno apprezzato l’iniziativa proveniente da Molfetta, la città con cui coltivano un legame profondo.
«Incredibile vedere che, in ogni casa in cui sono stato ospitato, sulle pareti c’era almeno un quadro o una foto che ritrae Molfetta».
La città, da sempre, conta un elevato tasso di emigrati, che hanno fatto carriera altrove, soprattutto all’estero. Motivo per cui è fondamentale capire l’importanza di promuovere un particolare tipo di turismo, quello che prende il nome di turismo di ritorno o turismo delle radici.
«Credo che il segreto della ripartenza della nostra città risieda proprio in questo, potremmo avere un’affluenza incredibile – osserva – tutto sta nella nostra bravura ad accogliere, che però non basta se siamo privi delle strutture idonee».
Perché, in fondo, il biscotto molfettese è l’unione di gusto e tradizione, ma è anche un’audace operazione di comunicazione e marketing, finalizzata a dotare Molfetta di una brand identity tutta sua. Un obiettivo per cui, secondo Pansini, si sta lavorando nel verso giusto tramite “I Love Molfetta”. Lo stesso brand territoriale che ha promosso sui social l’iniziativa molfettese, che ha catturato l’attenzione persino dei media statunitensi.
«Quando cammino nelle strade americane, ogni tanto noto un adesivo di “I Love Molfetta”, molti, riconoscendomi, mi chiamano proprio così e questo mi emoziona sempre – ammette Pansini – vorrei che anche nella nostra città ci fosse più consapevolezza di quello che siamo e che abbiamo, che va apprezzato proprio perché è sotto i nostri occhi ogni giorno».
Ulteriori scorte del biscotto molfettese sono più che necessarie, in quanto le richieste provengono anche dalla Germania. Perché, come ricorda Francesco Tammacco, 92 anni, scrittore ed emigrato molfettese negli USA, è un orgoglio anche solo averlo tra le mani e sentire, così, il profumo del mare.

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