Nuova fase di tensione per la guerra in Ucraina. Mentre le forze russe intensificano gli attacchi nell’est del Paese, con battaglie feroci a Pokrovsk e Kupiansk, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il collaudo del siluro a propulsione nucleare Poseidon, definendolo «un’arma senza eguali al mondo». Il test, secondo Mosca, rappresenta un successo strategico che accresce ulteriormente la pressione sull’Occidente.
Sul fronte diplomatico, la Romania ha confermato che gli Stati Uniti ritireranno parte dei propri soldati dal fianco orientale della Nato, parlando di un semplice «adeguamento» della presenza americana in Europa. La decisione riflette il nuovo orientamento di Washington, che punta a concentrare le proprie risorse sulla sicurezza interna e nella regione indo-pacifica, che include paesi e territori che si affacciano sia sull’Oceano Indiano che su quello Pacifico, partendo dall’Africa orientale fino all’America occidentale.
Nel frattempo, l’intelligence statunitense non rileva segnali di apertura da parte del Cremlino verso un compromesso. «Putin è più determinato che mai a prevalere sul campo di battaglia», si legge in una valutazione riservata.
Sul campo la situazione resta drammatica. A Kherson, un ospedale pediatrico è stato colpito dall’artiglieria russa: tra le vittime anche bambini. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito la Russia «la più grande organizzazione terroristica al mondo», chiedendo ulteriori sanzioni contro Mosca.
Nel contesto europeo cresce l’allarme. La Lituania ha chiuso per un mese il confine con la Bielorussia, denunciando «attacchi ibridi» con palloni di contrabbando, mentre da Varsavia giunge notizia dell’intercettazione di un aereo russo sul Baltico.
Con la guerra che si intensifica e i negoziati ancora bloccati, il prossimo inverno si preannuncia, come afferma il ministro tedesco Johann Wadephul, «decisivo per la sopravvivenza dell’Ucraina».









