Il caldo e l’afa rendono l’aria irrespirabile. Eppure, in questa fase dell’anno, le lavorazioni nei campi non possono essere sospese. E così gli agricoltori pugliesi hanno cominciato a lavorare di notte o nella fascia che va dalle 5 del mattino alle 11. Contemporaneamente, nella vicina Basilicata, la Cgil chiede al presidente Vito Bardi di estendere il divieto di lavoro dalle 12.30 alle 16 a tutte le attività che si svolgono all’aperto.
Per sottrarsi alle temperature da record e all’afa senza precedenti, dunque, molti agricoltori pugliesi stanno svolgendo di notte attività come l’imballatura del fieno necessario per alimentare gli animali, la trebbiatura dei legumi e le lavorazioni nei vigneti. Altri, invece, hanno pensato di anticipare alle 5 del mattino l’avvio di operazioni agronomiche come la raccolta di frutta e ortaggi e la preparazione dei campi di pomodori, in modo tale da concludere tutto entro le 11.
«Sospendere del tutto le lavorazioni non è possibile in questo momento – spiegano da Coldiretti – perché è proprio adesso che si coltiva gran parte di frutta e verdura. E queste, se non tempestivamente raccolte, sono irrimediabilmente compromesse, visto che il caldo accelera i processi di maturazione». Senza dimenticare che agricoltori e allevatori sono chiamati a limitare i danni provocati proprio dal caldo senza precedenti: il solleone “brucia” frutta e verdura nei campi, con ustioni che stanno determinando perdite di produzione pari addirittura al 90% per le aziende più sfortunate.
Il problema del caldo non riguarda solo la Puglia, ma anche la Basilicata. Qui la Cgil ha chiesto di vietare qualsiasi attività lavorativa all’aperto, dunque non solo quelle nei campi, dalle 12.30 alle 16. L’esempio è quello della Calabria, dove la Regione ha proibito il lavoro nelle ore più calde della giornata anche nel settore dell’edilizia. «Intanto è necessario verificare il rispetto dell’ordinanza in vigore per il lavoro nei campi», dice Vincenzo Esposito, segretario generale della Cgil di Potenza, che poi aggiunge: «Le imprese devono apportare le necessarie modifiche temporanee all’organizzazione del lavoro, rimodulando turni e orari in condivisione con le rappresentanze sindacali».
Intanto c’è una novità sul fronte del monitoraggio della salute dei lavoratori. Da ieri cinque dipendenti dell’azienda agricola Op Agritalia di Barletta, specializzata nella produzione di uva, indossano magliette dotate di un dispositivo che rileva i parametri cardiaci e respiratori. I dati così raccolti vengono poi analizzati dagli esperti dell’Università di Bari, chiamati a valutare «il rischio occupazionale da condizioni microclimatiche severe e attività fisica intensa» e a studiare «gli indicatori biologici precoci di effetti sulla salute da esposizione occupazionale a stress termico».
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Di Serena Nuzzaco24 Novembre 2024