Hanno deciso di “festeggiare” l’ultimo giorno di scuola vandalizzando i bagni e lo hanno fatto nel peggiore dei modi, tracciando anche un simbolo nazista sul pavimento.
È accaduto nel liceo Cartesio di Triggiano dove alcuni ragazzi hanno deciso di staccare alcune mattonelle dal pavimento del bagno in maniera tale che apparisse una svastica.
A denunciare l’accaduto è il professor Francesco Minervini, docente di latino e greco nell’istituto scolastico, in un post pubblicato sui propri canali social.
«Uno o più studenti deficienti e idioti, nell’ultimo giorno di scuola, approfittando dell’allegria festosa e sincera del resto della popolazione studentesca, entrano nel bagno dei maschi e fanno quello che vedete in foto. Idioti, deficienti e vigliacchi», scrive il professore, chiarendo subito che «la mia è una scuola onorata e seria, ci vivo da anni e conosco molto della vita che in essa si consuma, quel tanto che mi permette di dire che chi ha fatto questo è veramente un deficiente, idiota e vigliacco».
Per Minervini coloro che hanno compiuto il gesto non possono essere definiti «poveracci ignoranti, perché “ignorare” in una scuola non è permesso», scrive nel post: «Non è consentito ignorare le regole contro il vandalismo, non è consentito inneggiare a simboli nazisti o fascisti perché è contro la Costituzione italiana che vuole e fonda il sistema scolastico, lo abbiamo gridato mille volte. Eppure non basta – prosegue il docente -: gli idioti, deficienti e vigliacchi vogliono lasciare una loro traccia (non a caso in un bagno, luogo che più li rappresenta) per affermare la loro capacità di esserci e di oltraggiare. Il massimo che sanno fare».
È amaro lo sfogo di Minervini che afferma ancora: «Da insegnante non ho pietà per tali studenti, che mi fanno una pena incredibile per il vuoto incommensurabile che si portano dentro e che anima la loro deficienza: nella nostra scuola – scrive nel post – come in molte altre potrebbero imparare tante altre cose, potrebbero essere tanto altro, invece scelgono di vivere nel fango, di danneggiare senza firmarsi, scelgono di essere deficienti, idioti e vigliacchi. E poi scappano, l’ultimo giorno…».
Poi un augurio: che i ragazzi possano «scontrarsi con la verità delle cose che il baratro della loro inconsistenza non può celare troppo a lungo, auguro di ritrovare dentro sé stessi (è sempre possibile, ci credo fermamente) il senso del ripensamento critico e la forza del cambiamento, auguro loro di andare prestissimo ad Auschwitz a guardare di persona, auguro loro di sentirsi sempre, sempre ai margini di una società che tali idioti non li vuole e non li sopporta perché fatta di persone perbene, di destra e di sinistra, bianchi o neri, maschi o femmine o altro… Auguro loro di piangere lacrime sulla loro stupidità finché non trovino il coraggio di smarcarsene definitivamente per diventare da stupido un buon cittadino. Se hanno voglia di parlarne e di aiuto, si palesino, io ci sono per loro».