Trani, 37enne incinta morì in ospedale: la famiglia si oppone all’archiviazione del caso

Arrivò in condizioni disperate al Pronto soccorso dell’ospedale di Bisceglie lo scorso 4 maggio 2022. La tragedia che ha colpito la 37enne tranese Pamela Modugno, alla dodicesima settimana di gravidanza, e tutta la sua famiglia, sarà discussa il prossimo 12 gennaio in Tribunale a Trani. Giovedì 12 davanti al giudice per le indagini preliminari Ivan Barlafante, sarà celebrata infatti l’udienza camerale per decidere in merito all’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dai congiunti della 37enne, per mezzo del legale, l’avvocata Lucia Corraro. Un malore tra le mura domestiche, l’ennesimo malore nell’arco di poche settimane e poi quella corsa disperata in ospedale dove si è spenta Pamela ed il bimbo che aveva in grembo. I tentativi di rianimarla non sono riusciti ad ottenere il risultato sperato. La storia di Pamela Modugno, maestra di sostegno nella classe prima D del Primo circolo didattico De Amicis, ha scosso l’intera città e la comunità scolastica. Nei prossimi giorni ci sarà questo primo step del percorso giudiziario che la famiglia sta affrontando e dal quale si augura di poter ottenere verità sulla morte di Pamela.
La giovane maestra ha lasciato un figlio di 9 anni e suo marito Roberto, ormai inseparabili per affrontare con più forza il dolore della perdita. Il legale della famiglia ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero perché a detta dei congiunti ci sarebbero molti aspetti che meritano di essere chiariti. Allo stato attuale nel registro degli indagati per omicidio colposo ci sono 12 operatori sanitari che, a vario titolo, hanno avuto in cura la giovane donna. Dopo la morte in ospedale è stata disposta dalla Asl Bt l’autopsia, eseguita presso l’Istituto di medicina legale di Bari. A condurre al decesso la 37enne tranese sarebbe stata una complicanza cardiaca. Stando a quanto descritto in una nota inoltrata alla stampa da fonti vicine alla famiglia, la donna per circa un mese avrebbe avuto problemi per i quali si sarebbero resi necessari due accessi in altri Pronto soccorso e “plurimi contatti” con i medici che stavano seguendo Pamela nel percorso della seconda gravidanza. «Attendo notizie da mesi, ormai sei mesi, ogni mattina. Mi sveglio con la speranza che qualcuno restituisca la verità a me e a mio figlio» scriveva sui social il marito di Pamela, Roberto, nelle scorse settimane. Una gravidanza travagliata, soprattutto nell’ultimo periodo, quando Pamela ha iniziato ad avvertire sofferenze che si sono protratte per circa un mese. Oggi, a distanza di sei mesi dalla sua scomparsa, la famiglia Modugno chiede verità e giustizia per Pamela e per il bimbo che portava in grembo. «Un giorno dovrò spiegare a mio figlio tutto questo», dice il marito, attendendo di conoscere la decisione del giudice il prossimo 12 gennaio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version