Dal recupero di un vecchio casale, nell’agro di Modugno, riaffiora un pezzo di storia dimenticata. A scoprirla l’architetto Nicola Sacco durante un sopralluogo su una masseria rurale, che verrà presto ristrutturata e riaperta al pubblico. Il nuovo proprietario, che ha acquistato il plesso di proprietà della famiglia Colavecchio, ha deciso di trasformare l’area, da anni in stato di abbandono, in un parco naturalistico, valorizzando la masseria come struttura ricettiva. Durante i soprallughi l’architetto si è imbattuto in qualcosa che non si sarebbe mai immaginato. Sotto i graffiti, le frasi indecenti, gli atti vandalici, si nascondevano delle frasi in tedesco. Una grafia d’altri tempi, gotica e curata, che è balzata subito all’occhio dell’architetto perchè sottolineata e ordinata rispetto alle altre. Fotografando e incrementando il contrasto, per renderle più visibili, in quanto sbiadite dal tempo, si sono dimostrate parole in una lingua che, per molti anni, ha fatto paura, ma che raccontavano, questa volta, una storia diversa. Con il prezioso aiuto di Andrea Lazzo Jeanrenaud, che si è occupato della traduzione delle frasi e di ricostruirne un filo logico, si è potuto dare un senso al testo, che molto probabilmente è stato vergato da un soldato tedesco di vedetta. “Es geht alles vorüber es geht alles vorbei. In 3 Tage bin ich wieder Frei“, questa la prima frase, tradotta con “Tutto passa, tutto finirà, in 3 giorni sono di nuovo libero”, che per la sua conformazione in rima ha fatto subito pensare ad una poesia.
«Forse – ipotizza Nicola Sacco – a scrivere è stato un soldato ferito o smarrito in una terra straniera e proiettato verso un incerto futuro. Mi piace pensare che un uomo di rime, abitato da nostalgie, con la voglia di comunicare, nonostante la guerra, magari è stata una brava persona».
Queste prime frasi sono risultate essere tratte da un’antica canzone degli anni 40’, che parlava della fine della guerra; un indizio che ha fatto immediatamente pensare ad un periodo storico, quello dei giorni immediatamente prima dell’armistizio del ‘43, quando una colonna di carri armati tedeschi si era effettivamente fermata a Modugno. Ma quelle che hanno emozionato maggiormente sono state le parole successive, “Er ist noch nie ein Bauer gewesen, ist noch nie ein Soldat gewesen“, “Non è stato mai un contadino, non è stato mai un soldato”, anch’esse in rima ma che non si riferiscono alla canzone. Forse un soldato che non si riteneva più tale, sconfitto e dubbioso sul reale senso della guerra, che ha deciso di esprimere i suoi pensieri con quelle parole.
«Noi speriamo – afferma l’ingegnere – che non sia mai stato un soldato, vogliamo credere, dal fondo di questo cannocchiale di 70 anni, che da quelle feritoie si affaciava solo per godere della campagna. Un soldato indolente che, annoiato e nostalgico, scriveva versi sui muri sottraendosi ai propri doveri da militare».
La parete sarà oggetto di ulteriori analisi, con una ricognizione laser interna ed esterna, per verificare la presenza di altre testimonianze antiche. Sul muro, infatti, anche due svastiche incise e una feritoia, costruita ritagliando il muro attorno ad una vecchia mastella metallica dell’epoca, che avvalorerebbero la teoria di scritte dell’epoca. Le incisioni verranno preservate durante i lavori, valorizzate e rese fruibili al pubblico una volta terminati i lavori.